“Spin time – Che fatica la democrazia”, il nuovo film di Sabina Guzzanti, ha tutti i numeri del docufilm che spiazza, oltre che i numeri reali portati davanti alla telecamera con il fare e lo stile della comica e regista romana: 17.000 metri quadri di palazzo occupato, 180 famiglie senza una dimora che abitano il palazzo da ormai 8 anni, 4 mesi di mappatura dei luoghi per capire come organizzare le riprese, 5 settimane di riprese e tantissimi volti incontrati in una Babele di lingue, culture e diritti.
Sabina Guzzanti ha presentato la sua ultima fatica anche ad Aosta nell’ambito del Frontdoc Festival, anticipando la proiezione con la presentazione del suo romanzo “2119 La disfatta dei Sapiens”, un’opera ironica, visionaria e profetica: è il 2119 e la situazione, sul pianeta Terra, non è delle migliori, ma un gruppo di eroi è in lotta per salvare il futuro. Un romanzo che guarda ai classici della letteratura distopica, affrontando, con la consueta ironia, i problemi del nostro tempo.
Il documentario proiettato in Cittadella dei Giovani ha invece un altro tipo di sapore rispetto al romanzo e riesce, con un linguaggio diverso da quello del documentario comune, a dipingere una realtà difficile come quella del palazzo di via Santa Croce in Gerusalemme, nella capitale italiana: “Non ho voluto ricorrere alla struttura tipica del documentario, che poi sarebbe quella dell’intervista, dell’andare a cercare la storia più pietosa e farla raccontare. Insomma, io non ho voluto andare a cercare il dolore da raccontare, ho provato a far partecipare in modo artistico e attivo i protagonisti ed è così che il muro che in queste situazioni si può creare, perché non è vero che noi percepiamo queste persone come nostri simili, venga abbattuto anziché alzato”.
Un documentario che fa a meno del linguaggio pietistico, che evita di dare in pasto al pubblico le storie più dolorose o i trascorsi più sofferti, ma che prova a indagare una realtà nella realtà, un esperimento di convivenza tra un circolo culturale nei sotterranei del palazzo e i 7 piani che danno vita a una popolazione eterogenea, diversa per provenienza e abitudini e che non sempre riesce ad essere un esempio di democrazia nonostante le continue assemblee che gestiscono la quotidianità.
L’opera della Guzzanti indaga non solo la piaga della precarietà abitativa che ormai da decenni affligge Roma, ma anche le dinamiche della democrazia di una bolla che deve esistere e resistere in un mondo che a sua volta fa i conti con un sistema democratico non troppo in salute.
La situazione delle 180 famiglie di via Santa Croce non è dunque solo un dramma collettivo che sfocia in proteste, scene di idranti in piazza e contrasti con le forze armate, ma anche, e soprattutto, la disamina di come sia complicata la democrazia da mettere in piedi e da far funzionare quando il dialogo viene a mancare o quando non si sa ascoltare: “Il dialogo è fondamentale – continua la regista -, ma il processo è più complicato: la fatica è rendersi conto dei preconcetti che tutti noi abbiamo, capire che l’idea che ci eravamo fatti all’inizio non sarà mai vera, nemmeno quando le situazioni si riproducono all’infinito. Bisogna smettere di pensare che capire equivalga a dare ragione a questa parte o a quell’altra, ma iniziare a pensare che invece equivalga a comprendere e abbracciare tutto quello che c’è, ogni sfumatura”.
Il film, uscito nelle sale il 16 settembre e presentato alle giornate degli autori del Festival di Venezia, è stato accolto in maniera molto calorosa dal pubblico aostano, nonostante la differenza culturale abissale tra le due città, differenza che la stessa comica precisa all’inizio del suo intervento, una chiacchierata informale e anche molto intima che la comica ha regalato a chi è riuscito a entrare alla Cittadella e a vedere un documentario bello, come scherza la stessa Guzzanti: “Di solito i documentari tutti li schifano e invece possono anche essere belli”.
Il prossimo appuntamento di Frontdoc, che ha chiuso la prima parte con questa proiezione, è l’incontro delle 15.30 di martedì 9 novembre con Raffaele Salinari e il suo Fact Checking the Middle East, sempre alla Cittadella dei Giovani, durante il quale il giornalista aprirà un gruppo di discussione sulla situazione politica in Medio Oriente.