Anche noi vogliamo dire la nostra sul dopo Mattarella, una nomina attesa sotto tanti punti di vista, vorremmo un cambiamento vero un segnale che tutti e tutte hanno la possibilità di accedere alle più alte cariche della vita pubblica, ecco perché.
La Presidente, femminile – singolare
Perché un titolo così? Da cosa nasce? Dal fatto che ormai da mesi in Italia è in atto una specie di totonomine in cui vengono di volta in volta beatificati e demonizzati da una componente politica e dall’altra i candidati al colle uomini. In questo gran polverone/dibattito nel quale vengono rivitalizzati politici di lungo, e non sempre onorevole corso, ci sembra sia mancante una seria riflessione sul perché non una donna questa volta.
Ci sono vero, appelli da più parte per avere, finalmente, una presenza femminile al Quirinale ma sembra che siano rimasti nella cerchia ristretta della “tifoseria” femminile. Perché? Forse perché invece di riflettere su quali dovrebbero essere le doti, anche morali, non solo le capacità politiche e il profondo senso della democrazia che dovrebbe avere la Presidente (per il resto dell’articolo verrà usato il femminile maiestatis) del popolo italiano.
Con le riflessioni che seguono cerchiamo di porre degli interrogativi su come dovrebbe essere la persona da eleggere.
Deve essere una persona che ha fatto politica? Ebbene quante donne sono state e sono presenti in Italia dalla Bonino alla Turco che hanno partecipato in prima persona a scelte e lotte importanti per la nostra società, quindi ben conoscono il valore dei diritti che ancora adesso noi donne ci troviamo a difendere contro le idee oscurantiste che riappaiono anche nel nostro paese.
Deve essere una persona che conosca il nostro paese ma abbia anche esperienza internazionale, almeno europea? Dalla Bindi alla Cartabia sono donne preparate, che hanno della Costituzione italiana ed europea una conoscenza ed un rispetto in un momento come questo ancora più necessario.
Deve essere una persona che abbia a cuore i diritti delle persone, della giustizia sociale? Dalla Boldrini alla Camusso ne abbiamo in abbondanza donne che hanno lavorato e lottato per i diritti dei/ delle ultimi/e, come molte volte sono considerate le persone che non possiedono se non la dignità della propria persona e del proprio lavoro.
Deve essere una persona che abbia un’attenzione primaria al concetto di cura relativamente alle persone, all’ambiente, alle relazioni umane e sociali, non vi sembra che diverse donne abbiano dimostrato e dimostrino nella loro vita queste caratteristiche, molto più degli uomini politici che in questi decenni in Italia sono stati capaci di vedere e privilegiare solo il guadagno, gli affari anche quando ricoprivano cariche politiche che chiedevano altri comportamenti?
Deve essere una persona che abbia un linguaggio semplice, chiaro e comprensibile a tutti? Deve essere una persona che crede nella mediazione, che abbia autorevolezza ed empatia? Vi sembra che i candidati uomini ne posseggano in abbondanza?
Pensate che i candidati uomini alla Presidenza posseggano in gran quantità le capacità di equilibrio, rispetto del ruolo super partes ma anche incisività e capacità di unire un paese che ha avuto Mattarella in questo settennato?
Per chi dice che l’Italia non è pronta vorrei ricordare alcune date:
1881 a Torino si laurea la prima donna in giurisprudenza, Lidia Poet
1946 le donne votano per la prima volta in Italia
1963 le donne vengono ammesse alla magistratura e vi entrano nel 1965
1976 Tina Anselmi è la prima ministra in Italia, al lavoro
1981 viene eletta la prima Presidente di una regione, l’Abruzzo
2018 per la prima volta viene eletta Presidente del Senato una donna
Allora perché nel 2022 la Presidente della Repubblica Italiana non può essere una donna?
Una risposta
Concordo con tutto, fatto salvo che la recente ed indegna riforma della giustizia nota come “riforma Cartabia” a parer mio pone la sua autrice, appunto Marta Cartabia, fuori dal novero delle candidate a causa del basso livello della riforma stessa che mina, sempre a mio parere, le basi stesse dello Stato e della Costituzione. Un’indegna riforma non all’altezza della storia e delle tradizioni giuridiche dell’italia.