La pandemia, l’Europa, e i venti di guerra che soffiano da est. Questi, inevitabilmente, i temi al centro del 76° Anniversario dell’Autonomia ed il 74° dello Statuto speciale valdostani, durante la cerimonia di oggi – 27 febbraio – a Palazzo regionale.
“Oggi le cronache di guerra ci costringono a riflettere per capire fino a che punto sia preziosa l’eredità che abbiamo consolidato nei decenni: un’eredità di relazioni, di rispetto, di competenze, di mediazione che ci permettono di riconoscere come assurda la scelta della guerra per dirimere le controversie tra Stati e istituzioni. Perché dove le istituzioni falliscono, cedendo alla violenza, le persone pagano il prezzo più alto per il fallimento”, ha spiegato il Presidente della Regione Erik Lavevaz.
“Parlare di autonomia oggi – ha aggiunto – significa interrogarsi sul senso profondo del percorso che ci ha portato alla specialità delle istituzioni valdostane. Istituzioni nate all’indomani di una guerra, un conflitto che aveva minato l’identità stessa della nostra regione. Ma, dopo la Seconda Guerra Mondiale, i tanti popoli che abitano l’Italia hanno trovato un modo per armonizzare le loro differenze. Un percorso sicuramente faticoso, necessariamente imperfetto, ma che ci ha insegnato la forza della democrazia e la necessità di lavorare costantemente per trovare equilibrio e dialogo”.
Per questo serve un passo avanti, anche per la Valle d’Aosta: “I prossimi anni sono e devono essere l’occasione per rafforzare e rinnovare il concetto datato della nostra Autonomia attraverso la capacità delle istituzioni valdostane di essere sempre più competitive e innovatrici del nostro modo di auto governarci, concretizzando le innumerevoli risorse finanziarie, che ci saranno fornite – ha detto invece Franco Manes, Presidente Cpel -. Un’occasione unica. Un’opportunità per la politica valdostana che, per centrare l’obiettivo deve necessariamente e obbligatoriamente essere coesa e unita. Questo è il momento della ‘solidarietà e della sussidiarietà partitica’, dell’assunzione di responsabilità civile e non degli appetiti, seppur legittimi, di questo o di quel soggetto”.
“Se ci troviamo finalmente a poter guardare, almeno per quanto concerne la pandemia, con fiducia e speranza al futuro lo dobbiamo fare con serietà e responsabilità – gli ha fatto eco il Presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin -. Il che vuol dire, in ambito istituzionale, non limitarsi a celebrare l’autonomia in modo autoreferenziale, ma impegnarsi a rinnovarla, nei metodi e nei contenuti”.
Focalizzandosi poi sull’Europa, Bertin ha spiegato: “In un contesto sempre più multilivello, la tutela costituzionale delle competenze legislative, amministrative e di indirizzo politico rischia di venire, di fatto, compromessa se, alla stessa, non corrisponde, nell’ordinamento dell’Unione, un’effettiva garanzia di partecipazione delle entità subnazionali alla legislazione e alle politiche dell’Ue. Come tutti i rischi, anche questo della marginalizzazione dell’autonomia regionale in una prospettiva multilivello non va solo evitato passivamente. Vanno ricercate e coltivate soluzioni, in primis con l’interlocutore statale, affinché anche le autonomie regionali, e tra queste quelle speciali come la nostra, possano essere, esse stesse, co-protagoniste, insieme agli altri attori istituzionali, della preziosa complessità e diversità europea, affinché il motto ‘Unità nella diversità’ non sia solo uno slogan”.
Ospite d’onore è stata la Presidente del Parlamento della Catalogna Laura Borràs y Castanyer, che non ha potuto partecipare in presenza alla cerimonia ma ha inviato un videomessaggio presentando la situazione nella comunità autonoma che rappresenta.
Amis de la Vallée d’Aoste e Chevaliers de l’autonomie
Per l’occasione sono state consegnate anche le distinzioni assegnate l’anno scorso, agli “Amis de la Vallée d’Aoste” Francesco Oberti e Léonard Giannadda e ai “Chevaliers de l’autonomie” Guido Diémoz, Giuseppe Bosonin e Federica Brignone, oggi in gara a Crans-Montana e i nuovi insigniti: Il conduttore televisivo Massimiliano Ossini e la campionessa olimpica Paola Pezzo (Amis de la Vallée d’Aoste), e Dante Berthod (consigliere della Federazione Italiana Sport Invernali), Carlo Chatrian (direttore della Berlinale) e Etto Margueret (pittore di Saint-Rhémy-en-Bosses) come “Chevaliers de l’autonomie”.