Il Governo Lavevaz non solo mangerà la colomba di Pasqua, ma avrà anche tutto il tempo per digerirla. Si allontana, infatti, l’accordo per il cambio o l’allargamento di maggioranza, che difficilmente andrà in aula il 20 e 21 aprile. Ne è una prova lo slittamento, dal 13 aprile a data da destinarsi, del Conseil Fédéral Uv, il parlamentino unionista per tradizione chiamato a ratificare accordi di governo.
Il problema è tutto interno all’Union Valdôtaine, che ieri ha riunito il Comité Fédéral. E qui sono state esplicitate diverse posizioni: chi spinge per il governissimo, ipotesi sembra nuovamente sondata ieri dalla Presidente Machet con il Pd, chi sostiene l’accordo a 22 con il Carroccio e chi, dall’altra parte, è nettamente contrario ad allearsi con la Lega, quella di Matteo Salvini, e spinge per l’allargamento a Pour l’Autonomie.
Chi vuole risolvere il problema di una precaria maggioranza a 18 con gli ex “compagni” Rollandin e Carrel, ricorda la comunanza di ideali, e per far digerire il boccone amaro, tira fuori lo slogan delle ultime regionali “‘Les gens passent, l’Union reste“. D’altronde l’attuale maggioranza conta già diversi ex, usciti da Avenue des Maquisards negli ultimi anni sbattendo la porta.
I dubbi ad un accordo di governo con il Carroccio riguardano anche le elezioni politiche alle porte – si può escludere dall’intesa questa partita? – e gli assetti di un altro palazzo, quello al numero civico 1 di piazza Chanoux. Gli esponenti del Mouvement al Comune di Aosta sembra non abbiano preso bene le manovre avviate la scorsa settimana per spostare la maggioranza in regione dal centro sinistra al centro destra.
Dall’altra parte chi sostiene l’accordo con la Lega, fa notare invece come la stabilità è una chimera con una maggioranza a 20 (o a 19+1). L’alleanza a 22, con pari dignità per gli undici autonomisti e gli altrettanti leghisti – si è già parlato di aumentare il numero degli assessorati per fare “fifty -fifty” – viene dipinta invece come garanzia di arrivare a fine legislatura.