Al Castello di Aymavilles si respira aria di scambio. Gli albergatori valdostani, oggi, non hanno avuto solo l’opportunità di visitare il castello, ma anche quella di scoprire le specificità, culturali e culinarie di una realtà così vicina e allo stesso tempo così ricca di sorprese come quella del Valais.
L’evento, organizzato dall’Adava in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali è iniziato nella Sala Grandze del Castello. Qui, è stato presentato il partenariato con la Fondazione Barry. “Abbiamo deciso di organizzare questa giornata, perché ci siamo resi conto, quando ci fu la chiusura del Tunnel del Gran San Bernardo, dell’importanza che ricopre per noi il mercato Svizzero, ma anche soprattutto quella che noi ricopriamo per loro.” ha sottolineato il Presidente dell’Adava Filippo Gérard. Dopo il presidente Adava, è intervenuto Jean-Maurice Tornay, Presidente della Fondation Barry, che ha avuto modo di spiegare la storia, l’ambito di interesse e i progetti futuri della fondazione.
Creata nel 2005 per contribuire alla salvaguardia e all’allevamento dei Cani San Bernardo, la Fondation Barry, nel 2015 ha acquisito il Musée des Chiens du Saint Bernard, a Martigny, cambiandone il nome in Barryland. Accanto al museo, entro il 2024, aprirà anche un parco a tema dedicato ai cani San Bernardo rivolto a bambini e adulti.
L’evento è proseguito all’esterno, dove gli albergatori hanno avuto la possibilità di assaggiare la Raclette du Vallais preparata per l’occasione da Eddy Baillifard, di degustare una selezione di vini della Cave des Onze Communes e di fare qualche fotografia in compagnia di un Barry del Gran San Bernardo. Subito dopo, i membri dell’Adava si sono diretti all’entrata del Castello per iniziare una visita guidata alla scoperta del patrimonio culturale contenuto al suo interno.
Nel corso della manifestazione c’è stata anche l’opportunità di riflettere, non nascondendo una certa preoccupazione, sulla stagione estiva appena cominciata. Filippo Gérard, affrontando tale argomento, ha rimarcato: “Sarà una stagione estiva che ci vedrà impegnati con tante difficoltà nella gestione delle nostre imprese e nel reperimento delle risorse umane, la sfida dell’avvenire che porterà a dei profondi mutamenti nel nostro modo di lavorare. Dovremo cercare delle collaborazioni con scuole alberghiere dei paesi francofoni, come in Tunisia, Marocco o Senegal o dell’Albania, cercando di allargare i nostri orizzonti. Arriveremo al punto in cui dovremo rifiutare il lavoro, come a me è già successo ultimamente, perché non siamo in grado di soddisfare la domanda dei nostri ospiti e di dare un servizio all’altezza delle loro aspettative.” E dopo aver inquadrato la questione, ha evidenziato: “Il problema non è solo il reddito di cittadinanza, è tutto un insieme di fattori, bisogna sicuramente educare la gente a lavorare e cercare di dare il meglio che possiamo “