E’ di due morti e nove feriti, due dei quali in gravi condizioni, il bilancio della caduta di seracchi verificatasi nella mattinata di oggi, venerdì 27 maggio, sul Grand Combin. Lo comunica la Polizia cantonale del Vallese, che ha ricostruito come 17 alpinisti – suddivisi in più gruppi – si trovassero nella zona del crollo. Le vittime sono una 40enne francese e un 65enne spagnolo. Entrambi risultano morti sul posto.
I feriti sono stati ricoverati all’ospedale di Sion e al Centre Hospitalier Universitaire Vaudois di Losanna. Altri recuperati sul luogo, illesi, sono stati semplicemente evacuati in elicottero. All’inizio del pomeriggio, il direttore del Soccorso Alpino Valdostano, Paolo Comune, in contatto con i soccorritori elvetici, aveva riferito che “non c’è nessun inidizio che porta a presupporre che ci siano persone italiane coinvolte, ma non è ancora stata fatta tutta l’identificazione”.
L’imponente operazione di soccorso era scattata attorno alle 6.20, dopo le prime richieste di aiuto ricevute dalla Centrale operativa da alpinisti coinvolti nell’incidente. Sul posto sono stati inviati giunti 7 elicotteri di Air Galciers, di Air Zermatt e della Rega, con a bordo numerosi tecnici. Il Sav ha fornito la disponibilità a collaborare all’intervento, ma una volta giunto l’equipaggio sul luogo non si è rivelato necessario.
Il distacco dei seracchi ha avuto luogo a 3.400 metri di altitudine, nel settore del “Plateau du Déjeuner”, lungo la via di salita alla vetta denominata “du Gardien” (nel territorio comunale di Val de Bagnes). Il Gran Combin, per quanto ben visibile dalla Valle, in particolare dalla città di Aosta, sorge interamente in territorio elvetico e raggiunge la quota di 4.314 metri.
Il pubblico ministero elvetico ha aperto un fascicolo per determinare le circostanze dell’accaduto. La Polizia richiama, comunque, alla prudenza in montagna, ricordando che quando lo zero termico si colloca attorno ai 4mila metri di altitudine “è meglio raddoppiare le attenzioni, o rinunciare all’uscita in caso di dubbio”. Viene poi sottolineata l’importanza di informarsi, sulla via prescelta e sulla sua fattibilità, tramite le guide e i guardiani dei rifugi.
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Ottimo articolo scritto