I dati relativi all’indagine previsionale del terzo trimestre 2022 di Confindustria Valle d’Aosta evidenziano un miglioramento rispetto a quello precedente, nonostante il perdurare delle problematiche relative alla carenza e al maggior costo delle materie prime, al caro energia e al riacutizzarsi dell’emergenza sanitaria. “La maggior parte delle situazioni che hanno generato incertezza non è stata risolta e non si può pensare che esse si stiano avviando ad una soluzione a breve – spiega il Presidente di Confindustria Valle d’Aosta Francesco Turcato – i nostri imprenditori, tuttavia, stanno dimostrando di affrontare questo periodo così complesso con la giusta dose di coraggio. Per l’autunno molto dipenderà dal contesto internazionale e dall’esito ovviamente della consultazione elettorale, sperando si arrivi ad avere una maggioranza stabile che possa garantire governabilità al Paese”.
L’aumento dei costi e la scarsa disponibilità di materie prime rappresenta un problema per le imprese, ma non solo: questo incremento, infatti, impatta in maniera significativa anche sul consumatore. Analizzando la situazione, Turcato spiega che “il prezzo del petrolio è sceso di poco a luglio, da 123 a 112 dollari al barile, ma resta molto alto rispetto agli 87 dollari di inizio anno. Il gas in Europa si è impennato dai 106 euro/mwh di giugno ai 171 a luglio, sopra i valori medi di marzo a seguito del calo dell’offerta russa. Tutto ciò, unito al caro materiali, spinge il PIL verso il basso e impatta notevolmente su costi e margini delle imprese, nonché su inflazione e potere d’acquisto delle famiglie”.
“Anche il continuo indebolimento dell’euro, crollato da 1,22 dollari per euro in media a maggio 2021 a 1,01 a luglio – prosegue Turcato – sta alimentando l’inflazione in Europa. Le imprese hanno vissuto un 2021 di sofferenza sul fronte dei costi e dei prezzi, con un impatto significativo sui margini: nella manifattura, ad esempio, si è registrata una media del -3,0%. Allo stato attuale, le stesse stanno provando a trasferire maggiormente a valle i rincari delle materie prime. L’andamento dei prezzi della produzione in Italia, +23,3% annuo a maggio 2022 dei beni intermedi, +8,1% dei beni strumentali e +8,2% dei beni di consumo, resta comunque più limitato rispetto a quello dei prezzi delle commodity che, in dollari, nello stesso periodo, registrano un +87% relativamente alle energetiche. Il tentativo delle imprese italiane di evitare un’ulteriore significativa erosione dei margini, che risulterebbe insostenibile, si riverserà su vari prezzi al consumo, tenendo alta l’inflazione”.
“Necessario ripensare alla logistica in vista delle chiusure del Traforo del Monte Bianco”
In occasione dell’assemblea annuale degli industriali valdostani, il Presidente Bonomi ha lanciato l’allarme rispetto alle ricadute derivanti dalle previste chiusure del Traforo del Monte Bianco: “La chiusura del traforo rappresenterà sicuramente una sfida per le nostre imprese associate, con costi che aumenteranno e con tempi di percorrenza che, inevitabilmente, si allungheranno. Ciò comporterà un ripensamento della logistica per le nostre imprese esportatrici, che ci auguriamo non peggiori una situazione economica già delicata. Auspichiamo inoltre che le chiusure siano programmate anche con uno sguardo alle esigenze del settore produttivo. In questo periodo i nostri uffici stanno comunque contattando tutti gli attori in campo per valutare le possibili soluzioni alternative a un’eventuale chiusura, anche se parziale. Tali soluzioni saranno oggetto di confronto in un convegno che stiamo organizzando”.
Una proposta in 18 punti in vista delle elezioni politiche
In vista delle imminenti elezioni politiche, in programma il prossimo 25 settembre, Confindustria sarà la portavoce delle istanze dei tanti imprenditori e delle tante imprenditrici che rappresentano il motore economico del paese: “Confindustria, in vista delle prossime elezioni – continua Turcato – in un documento interno ha avanzato 18 proposte. Per prima cosa viene chiesto di mantenere una visione che resti saldamente ancorata alla scelta europea e a quella Occidentale della Nato; in secondo luogo, che la finanza pubblica non torni a essere a rischio: è necessario un rigido controllo del debito pubblico, dopo che, negli ultimi 10 anni, governi di vario orientamento politico l’hanno portato al 150%. È inoltre necessaria una nuova stagione di riforme incisive, per dare risposta al crescere della povertà e del disagio sociale. Occorre quindi cancellare l’Irap e rivedere l’Ires, il welfare e le politiche attive del lavoro, compreso il reddito di cittadinanza. Gli industriali bocciano il salario minimo e il fenomeno del lavoro povero, il quale va affrontato contrastando il dumping contrattuale ed estendendo l’efficacia soggettiva dei contratti collettivi di riferimento, per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e adeguati livelli retributivi. In riferimento alla nostra regione, gli imprenditori valdostani chiedono soprattutto riforme non più rinviabili e investimenti”.
Il futuro prossimo sarà quindi determinante per il mondo imprenditoriale del nostro Paese e, a tal proposito, così conclude Turcato: “Voglio riprendere lo slogan che abbiamo lanciato in occasione della nostra Assemblea di poche settimane fa, una forma di incoraggiamento che significa ‘andiamo avanti’: Ultreya!”.