Corruzione e contributi indebiti, lunedì gli arrestati dal giudice

Fissati gli interrogatori di garanzia di Donato Orsières, accusato di truffa ed abuso d’ufficio, e del maresciallo Diego Scida e dell’imprenditore Gabriele Sanlorenzo, cui sono contestati la corruzione e l’accesso abusivo a sistemi informatici.
Cronaca

Sono stati fissati tutti per lunedì prossimo, 26 settembre, gli interrogatori di garanzia delle tre persone arrestate questa settimana, nell’ambito di due diverse inchieste: una della Procura europea, in materia di truffa aggravata per il conseguimento di pubbliche erogazioni e abuso d’ufficio, e l’altra di quella distrettuale di Torino, relativa ad ipotesi di corruzione ed accesso abusivo a sistemi informatici.

I contributi per la gestione dell’alpeggio

A comparire in mattinata dinanzi al Gip di Aosta è chiamato Donato Orsières (54 anni, di Saint-Denis), l’impiegato forestale (e titolare di una azienda zootecnica individuale), cui – dalle investigazioni del Corpo forestale della Valle d’Aosta e della Guardia di finanza – è contestata l’indebita percezione, per le annualità 2020 e 2021, di poco meno di 15mila euro di contributi comunitari, legati alla gestione dell’alpeggio di Valmeriana, avuto in affitto dal Comune di Pontey.

Secondo l’accusa, l’arrestato – addetto a ricevere le istanze degli allevatori, nella struttura dell’Assessorato all’agricoltura cui era in servizio – “ha trattato pratiche d’ufficio che hanno riguardato proprio l’impresa individuale dedita all’allevamento da lui stesso rappresentata”. Non solo non si sarebbe quindi astenuto dalla prestazione in presenza di un interesse personale, ma si sarebbe dichiarato conduttore del pascolo al centro dell’indagine e detentore di bestiame altrui.

Però, dalle testimonianze raccolte, l’uomo non è mai salito all’alpeggio e i proprietari che là hanno condotto gli animali non sono risultati a lui legati né da assunzione, né da contratti di altra natura. In sostanza, l’uomo avrebbe disatteso gli impegni (e il rischio d’impresa) assunti con la richiesta degli aiuti. L’inchiesta ha visto anche il ricorso a intercettazioni telefoniche ed ambientali. L’indagato è difeso dagli avvocati Ascanio Donadio e Corinne Margueret.

Le visure dalle banche dati

Sempre lunedì 26, ma nel pomeriggio, e dal Giudice per le Indagini Preliminari di Torino, sono attesi il maresciallo della Guardia di finanza Diego Scida (47 anni) e l’imprenditore di Courmayeur Gabriele Sanlorenzo (44). Stando alle investigazioni, svolte dagli stessi colleghi del sottufficiale, l’ispettore delle “Fiamme Gialle” avrebbe fornito al titolare dell’azienda di noleggio con conducente informazioni ottenute attraverso banche dati del Corpo.

Tra queste, visure immobiliari, targhe di auto, dati reddituali, volture di auto, dati anagrafici, visure camerali e contratti di locazione. In cambio, nella ricostruzione inquirente, il militare avrebbe ottenuto dall’imprenditore la disponibilità gratuita di un alloggio nella località ai piedi del Monte Bianco. L’inchiesta ha messo a fuoco il profondo rapporto di amicizia sviluppatosi tra i due indagati negli anni, che tuttavia sarebbe andato oltre il consentito per un pubblico ufficiale.

Il Gip, nella sua ordinanza, scrive di “assai profonda cointeressenza” del maresciallo nella “generale attività d’impresa del Sanlorenzo”. Al riguardo, nelle carte compare che il sottufficiale procedeva alla riscossione degli affitti di altri inquilini dell’imprenditore e aveva coordinato, in almeno due circostanze, gli autisti dell’azienda di Sanlorenzo. A difendere Scida è l’avvocato Michel Milliery, mentre l’imprenditore è rappresentato dalle avvocate Rebecca Tubère ed Eleonora Bono.

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