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Nel 2024 la marmotta mummificata nel Museo di scienze naturali di Saint-Pierre

La mummia sarà conservata in una vetrina ad atmosfera modificata, di cui la Giunta regionale ha oggi deliberato l'acquisto.
Società

 

Si potrà ammirare dal 2024 nel Museo di scienze naturali di Saint-Pierre il piccolo di marmotta mummificato, ritrovato un anno fa sul Lyskamm. La mummia sarà conservata in una vetrina ad atmosfera modificata, di cui la Giunta regionale ha oggi deliberato l’acquisto. Nell’ambito di una convenzione di collaborazione scientifica con la Regione, l’Istituto l’istituto di ricerca Eurac Research di Bolzano ha sviluppato due prototipi tecnologici che costituiranno la tecnologia essenziale per la realizzazione della vetrina per il Museo, garantendo un eccezionale grado di tenuta dei gas nonché la possibilità di mantenere parametri di conservazione stabili per un lungo periodo di tempo.

Nel frattempo proseguono gli studi, da parte di un gruppo multidisciplinare composto da archeologi, glaciologi, archeozoologi, agronomi e altre professionalità, sull’esemplare “di notevole valore scientifico”. 

Oltre alla collocazione nel Museo, “che fa registrar importanti numeri, siamo ormai ai 30 mila visitatori”, l’intenzione della Regione è di creare dei percorsi anche sul luogo di ritrovamento della marmotta, “immaginare anche dei percorsi di approfondimento anche nel comune di Gressoney-La-Trinité”.

Svelata l’età della marmotta del Lyskamm: vissuta 6.600 anni fa

Se l’Alto Adige ha Otzi, la Valle d’Aosta può ora vantarsi della marmotta del Lyskamm.  La mummia, ritrovata sul ghiacciaio da Corrado Gaspard, guida alpina della società guide del Cervino e recuperata dallo stesso e dalla moglie lo scorso mese di agosto a 4.300 metri, è di un esemplare vissuto circa 6.600 anni fa, nel Neolitico, come rivela la datazione calibrata al radio carbonio. L’attendibilità del risultato, pari al 95,4%, attesta l’eccezionalità del dato che colloca la mummia del Lyskamm tra il 4.691 e 4.501 a.C.

A seguito del recupero, il Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan ha avviato una collaborazione con l’Istituto per lo studio delle mummie dell’Eurac di Bolzano con il quale sono state definite le prime attività di ricerca e le modalità di conservazione più opportune. Un campione di costole dell’animale è stato inviato ad un laboratorio specializzato negli Stati Uniti per la datazione al radiocarbonio (14C).

marmotta confezionata in conservation soft box
marmotta confezionata in conservation soft box

I dettagli scientifici della scoperta saranno illustrati la prossima settimana nel corso del XXXI Congresso dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici, che si terrà ad Aosta dal 19 al 21 ottobre prossimi.

Il reperto è ora conservato presso la sede operativa del Museo, a La Salle, in una conservation soft box (CSB), un sistema passivo che assicura il mantenimento dell’esemplare in condizioni ottimali. In futuro la mummia potrà essere visibile al pubblico presso il Museo regionale di Scienze naturali, nella nuova sede espositiva nel Castello di Saint-Pierre, che aprirà le porte entro fine anno.

“Alle tante attrattive già presenti, in futuro, la marmotta del Lyskamm potrà essere aggiunta come simbolo e principale elemento di richiamo” evidenzia il Presidente della Regione e Assessore ad interim all’Ambiente, Trasporti e Mobilità sostenibile, Erik Lavevaz.

marmotta lyskamm
marmotta lyskamm

Con i risultati sulla datazione sarà definito meglio il progetto di studio, denominato Marmot mummy project, per acquisire informazioni sul reperto stesso, la sua alimentazione, la caratterizzazione genetica, la collocazione nel periodo storico, i dati geologici e tante altre valutazioni.

2 risposte

  1. Il luogo di ritrovamento della marmotte è nel comune di Gressoney Saint Jean, non in quello di Gressoney la Trinité

  2. Non essendo 4300 metri di altitudine l’ambiente naturale in cui vivono le marmotte, si può ipotizzare che, nel neolitico – 6600 anni fa – la temperatura fosse più elevata di quella odierna?

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