Il NIdiL, nuove identità di lavoro è per Vilma Gaillard, segretaria generale Cgil Valle d’Aosta, “quella categoria che risponde a tutto quel mondo di tempi determinati, di tirocinanti, di Co. Co. Co., di lavori interinali, a chiamata, di partite Iva e di Pcto che il mondo produttivo in questi ultimi anni ha incentivato scardinando il vecchio modello occupazionale e creando un alto numero di lavoratori precari.” Fino al 2020 la Cigl Valle d’Aosta ha cercato di dare una risposta al mondo del precariato attraverso un lavoro non strutturato e organizzato. Ogni categoria cercava di dare delle risposte nell’ambito del proprio perimetro di azienda che seguiva, visto l’alto numero di lavori somministrati e a chiamata presenti nella regione. Nel 2020 in accordo con il NIdiL nazionale il sindacato ha attivato uno sportello a cui fare riferimento salvo poi negli ultimi 2 anni constatare che il territorio necessitava di una risposta molto più strutturata. Per questo oggi si è tenuto il primo congresso valdostano del NIdiL.
Proveniente dal settore metalmeccanico e appena riconfermatosi segretario della FIOM Valle d’Aosta, in poco più di 2 anni di lavoro al NIdiL, Fabrizio Graziola ha osservato che: “Quello del Precariato è un mondo complicato, diverso da qualsiasi altro perché racchiude veramente tutti i tipi di lavoratori, perché il precariato c’è sia nel pubblico che nel privato.”
I lavoratori in somministrazione
La natura multiforme del lavoro precario è riscontrabile in primo luogo nella realtà valdostana. Basti pensare all’Usl, dove in seguito all’assegnazione dell’appalto relativo al lavoratori in somministrazione all’agenzia interinale Gi Group, avvenuto a marzo 2022 sono stati inseriti 260 somministrati.Questi, pur rispondendo al contratto nazionale del comparto sanità, non sono tutelati allo stesso modo dei dipendenti pubblici essendo assunti con contratti a tempo determinato. Anche nel privato molte aziende si sono appoggiate alle agenzie interinali, come la Eltek Gomma Plastica, dove 48 dipendenti della Manpower affiancano i lavoratori dell’azienda. “in questo caso specifico, la Pandemia ha portato via quasi la metà dei lavoratori in somministrazione, perché in tempo di crisi i lavoratori interinali e precari sono i primi a pagare.”
I Lavoratori a chiamata
I somministrati non sono le uniche forme di lavoro atipico presenti sul territorio e Graziola ha voluto soffermarsi anche sui lavoratori a chiamata “che come dice il nome stesso sono lavoratori che andrebbero chamati al bisogno. Purtroppo ci sono situazioni in cui i datori di lavoro utilizzano questa forma di contratto, più conveniente dal punto di vista normativo ed economico per poi tenere delle persone a lavorare 8 ore al giorno per 5 giorni a settimana trasformando i lavoratori coinvolti in personale a tempo pieno con i diritti di un lavoratore a chiamata.”
Il contributo della legislazione italiana:
La legislazione italiana non viene incontro alle esigenze dei lavoratori atipici, infatti, continua Graziola:” Nonostante quello che viene detto da altre parti il mercato del lavoro in Italia è molto flessibile perché ci sono leggi che permettono a questo lavoro precario di non avere un termine, basti pensare che ho conosciuto un’interinale che fa da 13 anni l’infermiera in somministrazione, questo non è ammissibile.” Andrea Borghesi, segretario nazionale di NIdiL, ha puntualizzato che:”L’assenza in Italia di un sistema di ammortizzazione sociale universale al di là della cassa integrazione ordinaria, della Naspi e della Dis-Coli ha costretto lo Stato a circa 15-20 misure diverse per tentare di coprire tutti i lavoratori durante la pandemia, questo la dice lunga sulla frammentazione del mercato del lavoro e delle tutele sociali nel nostro paese.”
Gli strumenti messi in campo da NIdiL
“A livello nazionale noi pensiamo che si debba lavorare sulla costruzione della rappresentanza, sulla sindacalizzazione e sull’organizzazione della forza lavoro. C’è bisogno di costruire l’unità delle forze in campo” ha sottolineato il segretario nazionale. Nello specifico, in Valle d’Aosta, Fabrizio Graziola ha indicato come punto di partenza quello di farsi conoscere e di informare: “Mi sono accorto che i lavoratori non ci conoscono come sindacato, conoscono la Cgil ma non sanno che c’è una categoria che li tuteli. Non conoscendo il sindacato non conoscono neanche i diritti che hanno.”
Secondo Graziola:” Noi come NIdiL dobbiamo riuscire a raggruppare tutte queste realtà e a fare sì che anche per loro ci sia un futuro molto migliore di quello che c’è adesso limitandole se non eliminandole completamente.”