Poteva Illumina Aosta perdersi l’occasione di raccontare un’avventura unica come il giro del mondo in barca a vela? Certo che no. Così ha chiamato Roger Junet, valdostano trapiantato negli Stati Uniti, appena tornato dalla Globe40, la regata in cui coppie di temerari circumnavigano il globo con, appunto, una semplice barca a vela. Per portare a termine la gara, Roger ha trascorso in viaggio 9 mesi per un totale di 188 giorni in mare aperto in cui si è fatta sentire tanto la fatica fisica quanto quella mentale. Ma ad accompagnare il velista in questa sfida estrema in mare c’era anche un po’ di Valle d’Aosta: “un sacco di mocetta” – come racconta lui ridendo – che lo ha confortato anche nei momenti più duri.
Partito lo scorso giugno insieme al compagno di viaggio, l’americano Joe Harris, sulla loro Gryphon Solo II, Roger ha fatto ritorno a Lorient il 19 marzo di quest’anno. Che cosa ha mangiato e bevuto durante questi lunghi mesi, come organizzava la sua giornata, quanto dormiva e come comunicava con la terraferma è spiegato nella puntata, insieme al racconto di qualche chicca sulla vita estrema che si conduce in una barca senza alcun tipo di comfort.
Oltre a svelare qualche curiosità sulle quotidianità dei due velisti e raccontare le tappe del percorso, le storie di Roger si concentrano anche sulle tante difficoltà riscontrate: dalle tempeste che hanno messo a dura prova l’equipaggiamento, ai pericoli causati dalla spazzatura negli oceani fino agli incontri con le navi pirata.
Prossimi appuntamenti
Le curiosità su Roger Junet e il suo epico viaggio non si esauriscono con questa nuova puntata del podcast. Il velista sarà infatti ospite di una serata al Teatro Splendor, domani giovedì 4 maggio alle 18, che sarà trasmessa in diretta su AostaSera.it.
Il prossimo appuntamento con Illumina Aosta, invece, è come sempre per mercoledì mattina qui su AostaSera.it, oppure su Youtube e Spotify (solo audio).
Una risposta
Se memoria non mi fa difetto, c è già scritto zona 30 in via Festaz. Purtroppo ancora poco coraggio e visione nuova della viabilità, le auto comandano sempre e Aosta resta nel secolo scorso in quanto a mobilità.
Che tristezza.