È attivo dalla metà di maggio, in vista dell’imminente estate, il nuovo bollettino giornaliero di Arpa concernente il livello di ozono nell’aria. Il documento riporta nel dettaglio la quantità e la concentrazione di inquinante nell’atmosfera, prevedendo le tre colorazioni verde con rischio basso, arancione con rischio medio e rossa con rischio alto; inoltre, esso fornisce alla popolazione consigli mirati per la prevenzione dei danni polmonari e respiratori legati a un’eccessiva esposizione. Presentato anche ai sindaci valdostani, durante l’assemblea del Cpel dello scorso martedì 23 maggio, esso è quotidianamente curato dai responsabili della Sezione aria, atmosfera e pressioni sull’ambiente.
L’ozono
L’ozono è un elemento chimico che, a concentrazioni elevate, risulta potenzialmente molto pericoloso anzitutto per l’ambiente, dove esso provoca danneggiamento alla vegetazione, diminuendone le capacità di crescita e influendo sulla vitalità delle piante più sensibili. Trattandosi di un inquinante cosiddetto secondario, esso non viene emesso direttamente in atmosfera ma viene formato a seguito di reazioni fotochimiche nelle quali la radiazione solare gioca un ruolo essenziale: questa sua natura lo rende particolarmente nocivo nei mesi estivi e soprattutto nelle ore centrali e dunque più calde della giornata.
Anche la salute umana risente fortemente dell’inquinamento da ozono, il quale impatta in modo particolare sull’apparato respiratorio provocando effetti acuti, ma a breve termine, quali per esempio irritazioni a occhi e gola o tosse e diminuzione della funzionalità polmonare nonché effetti cronici e a lungo termine quali il peggioramento di asma, enfisemi o bronchiti.
La situazione in Valle d’Aosta
Dal 2019 al 2022 Arpa ha monitorato attraverso il proprio laboratorio mobile i livelli di ozono della regione, registrando diversi casi di superamento dei limiti di emissione consentiti tra la media e la bassa Valle, zone maggiormente soggette all’influsso della Pianura Padana. Nella classifica dei comuni peggiori dell’anno passato spiccano Donnas (57 superamenti), Pont-Saint-Martin (51 superamenti) e, a pari merito, Aosta e Gressoney-Saint-Jean (27 superamenti); anche Saint-Marcel (30 superamenti nel 2019) e Issogne (27 superamenti nel 2021) sono da considerarsi paesi a forte influsso inquinante.
Oltrepassata una data soglia stabilita da precise normative europee e italiane, la cosiddetta soglia di informazione, si rende necessario per la Regione comunicare tale rischio alla popolazione attraverso strumenti quali il neo creato bollettino giornaliero. La campagna di sensibilizzazione recentemente lanciata rappresenterà per l’agenzia valdostana soltanto la prima di una serie di iniziative sul territorio, cui seguiranno nei prossimi anni attività legate alle acque potabili e all’antibiotico resistenza.
Il bollettino
Il bollettino di Arpa resoconta in maniera grafica la quantità di ozono relativa al giorno antecedente l’emissione ed effettua previsioni per i giorni successivi, fermo restando che la fascia oraria di maggiore pericolo oscilla dalle 14 alle 20. La regione è ripartita nelle tre zone centro-occidentale al di sotto dei 1.300 metri, orientale al di sotto dei 1.300 metri e montagna al di sopra dei 1.300 metri, ciascuna dotata di una differente colorazione a seconda della concentrazione di inquinante nell’atmosfera.
Il documento contiene peraltro alcuni consigli utili per soggetti a rischio quali asmatici o individui affetti da patologie respiratorie o cardiache, ai quali viene sostanzialmente suggerito di evitare attività all’aperto nelle ore pomeridiane; per soggetti sensibili quali anziani, bambini o donne in gravidanza, invece, è bene evitare soltanto l’attività fisica, mentre alla popolazione in generale viene raccomandato di rimandare qualsiasi tipologia di sforzo intenso.
3 risposte
Ma sì, l’importante è trovare qualche motivo per preoccuparsi e, di conseguenza, imporre nuove regole, nuovi obblighi, nuovi divieti. Nazionali o europei. Ce lo chiede l’europa! Ah no, ce lo chiede l’ambiente. Credere e Obbedire.
Rispondo ad Alberto che dice “Ah recuperiamo il Buconellozono!”
Nell’articolo il il buco dell’ozono NON viene menzionato in alcun punto. Leggendo attentamente, si capisce che si parla dell’ozono che si forma nella parte di atmosfera “frequentata dall’uomo” e che risulta nocivo per la salute umana quando raggiunge concentrazioni elevate.
Se vuole maggiori informazioni su come si forma l’ozono e quali sono i suoi effetti sulla salute, può consultare il sito dell’Istituto Superiore di Sanità https://www.epicentro.iss.it/ambiente/ozonoUe.
Ah recuperiamo il Buconellozono! Erano decenni che non usavano più questa “emergenza”. La siccità ha deluso. Urge reciclare anche questo…