In 15 regioni italiane il suolo consumato stimato al 2022 supera il 5 per cento. I valori più elevati rimangono quelli della Lombardia (12,16 per cento), del Veneto (11,88 per cento) e della Campania (10,52 per cento). All’ultimo posto la Valle d’Aosta che rimane la regione con la percentuale più bassa (2,15%) – e tanto fa la morfologia del nostro territorio –, anche se gli ettari “occupati” nell’ultimo anno non sono stati pochi.
Il dato emerge dall’edizione 2023 del Rapporto “Il consumo di suolo in Italia”, pubblicato annualmente dall’Ispra – l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – dal 2013.
Ad emergere è anzitutto il dato complessivo del Paese, che ha visto in un anno altri 77 km2 consumati. Ovvero, il 10 per cento in più rispetto al 2021. Ma il consumo di suolo incide anche sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico. Stando al report di Ispra, sono stati oltre 900 in un solo anno gli ettari di territorio nazionale reso impermeabile nelle aree a pericolosità idraulica media. Il che provoca una costante diminuzione della disponibilità di aree agricole, eliminando di fatto in 12 mesi altri 4.800 ettari, il 68 per cento del consumo di suolo nazionale.
Il confronto tra le ripartizioni geografiche del documento conferma i valori più alti di suolo consumato per le due ripartizioni del Nord, le uniche sopra il valore percentuale nazionale. La Lombardia detiene il primato anche in termini assoluti, con oltre 290mila ettari del suo territorio coperto artificialmente (il 13,5 per cento delle aree artificiali italiane è in questa regione), contro gli appena 7.000 ettari della Valle d’Aosta.
Non c’è molto da gioire, ad ogni modo: secondo i dati Ispra la Valle d’Aosta è sì la regione con il consumo inferiore, ma ha aggiunto comunque più di 22 ettari alla sua superficie consumata nel 2022. Dato in netto peggioramento rispetto al rilievo del 2020, quando il consumo si avvicinava allo zero. Tra le altre, solo la Liguria ha contenuto il suo consumo al di sotto di 50 ettari fermandosi a 33, mentre Molise, Umbria e Calabria hanno avuto incrementi inferiori ai 100 ettari.
Il dettaglio dei comuni
Stando alle schede regionali, nel 2022 è stato Aosta il comune con il consumo di suolo maggiore in regione, facendo segnare 626 ettari, con una percentuale del 29,24 per cento. Alle spalle del capoluogo si posiziona Quart con 233 ettari e Courmayeur con 214. Tutte cifre in netto rialzo rispetto al consumo di suolo 2021-2022.
Per quanto riguarda il suolo consumato in percentuale, dopo Aosta si trova Pont-Saint-Martin, con il 17,68 per cento, Verrès con il 14,55 e Saint-Christophe con l’11,64. Per il consumo di suolo pro capite al primo posto in Valle c’è invece Valsavarenche con 3.390,36 m2 per abitante, seguito da Rhêmes-Notre-Dame (3.250,62), Saint-Rhémy-en-Bosses (2.658,48) e Valgrisenche (2.513,54).