A fine 2023 i pazienti in attesa di un intervento chirurgico programmato erano oltre 6.000

Il dato emerge da una delibera di Giunta regionale. Di questi interventi, 1.975 riguardavano la chirurgia generale mentre si sta recuperando terreno sui ricoveri. L'atto definisce anche gli interventi chirurgici da affidare alle strutture sanitarie private per tagliare i tempi di attesa.
Sanità

Al 31 dicembre 2023 – i dati sono trasmessi dall’Usl agli uffici regionali lo scorso 15 marzo – le persone in lista d’attesa per un intervento chirurgico programmato erano 6.383. Di questi, 1.975 per la chirurgia generale.

Il dato emerge da una delibera di Giunta regionale dell’8 aprile che attualizza i numeri dell’aggiornamento del Piano operativo per il recupero delle liste di attesa approvato il 24 luglio dello scorso anno.

Riguardo i ricoveri – si legge nell’atto – i pazienti in lista nel periodo 2020/2021 erano 1.498. Nel primo semestre dello scorso anno ne sono stati eseguiti e cancellati 686 e altri 222 nel secondo semestre. Di questi, al 31 dicembre 2023 ne restavano 590 ancora sospesi, con una percentuale di recupero del 60,61 per cento.

Per il 2022, il primo semestre evidenzia invece 1.206 ricoveri eseguiti e cancellati, cui si aggiungono i 541 dei secondi sei mesi dell’anno. In totale, il recupero si attesta al 68,78 per cento.

È invece del 100 per cento il recupero dei pazienti in lista per la specialistica e diagnostica ambulatoriale dell’anno 2022. Nel dettaglio, 1.851 prestazioni sono state recuperate e cancellate nei primi sei mesi, chiudendo poi l’anno con le 43 rimanenti.

Per il 2023, sempre sulla specialistica e diagnostica ambulatoriale, i pazienti in lista non sono stati rilevati dal momento che le prestazioni non risultavano sospese. Le prestazioni erogate nell’anno passato sono state 65.264.

Gli interventi chirurgici

Riguardo gli interventi della chirurgia generale, la delibera elenca le prime quindici tipologie di intervento ordinate per il numero di pazienti che risultano in lista d’attesa. I dati, spediti dall’Usl al Dipartimento sanità e salute lo scorso 31 gennaio, vedono 436 persone in attesa per la colecistemia laparoscopica; 353 per un’altra asportazione o demolizione locale, lesione o tessuto cutaneo e sottocutaneo; 326 per un intervento di riparazione monolaterale dell’ernia inguinale con innesto o protesi; 161 per la riparazione di ernia ombelicale con protesi; 150 per l’asportazione delle emorroidi; 123 per “altri interventi sull’ano”; 109 per l’asportazione di cisti o seno pilonidale.

A questi interventi, nell’elenco, si aggiungono 98 persone per riparazione bilaterale dell’ernia inguinale con innesto o protesi; 60 per la riparazione di ernia su incisione; 59 per “altri interventi sullo stomaco”; 50 per la riparazione monolaterale dell’ernia inguinale; 36 per la riparazione di ernia su incisione con protesi; 30 per rimozione di unghia, matrice ungueale o plica ungueale; 29 per “altra riparazione di ernia” e 27 per fistulectomia anale.

Per questo, in delibera si ritiene – come peraltro segnalato già dalla Struttura programmazione socio-sanitaria e assistenza ospedaliera – “necessario attivare ulteriori interventi organizzativi a supporto dell’attività di ricovero ordinario per interventi chirurgici dell’ospedale per favorire lo scorrimento delle liste d’attesa attualmente in essere, in modo particolare per quanto attiene alle procedure chirurgiche a bassa e media complessità, anche attraverso il ricorso al privato accreditato”. Questione su cui l’Assessorato si è mosso, ad esempio, con la clinica di Saint-Pierre.

La clinica di Saint-Pierre si prepara ad accogliere interventi di chirurgia generale

Gli interventi nel privato

Per questo, la delibera elenca “gli interventi che possono essere effettuati dalla struttura sanitaria ospedaliera privata” e accreditata, con i relativi numeri in parallelo a quelli totali. Sempre nell’ottica di “sgravare” dal “Parini” l’accumulo di pazienti in attesa.

Ad esempio, sui 353 per “altra asportazione o demolizione locale, lesione o tessuto cutaneo e sottocutaneo”, 121 possono essere fatti in una struttura privata. Anche riguardo la “riparazione monolaterale dell’ernia inguinale con innesto o protesi”, sui 326 interventi in attesa sono 121 quelli possibili nel privato.

Numeri che diventano 65 (sui 161 complessivi) per la riparazione di ernia ombelicale con protesi; 60 (su 150) per l’asportazione delle emorroidi; 22 (su 123) per “altri interventi sull’ano” e 44 (su 109 totali) per l’asportazione di cisti o seno pilonidale. 38 (su 98) potranno essere eseguiti dal privato per quanto riguarda la riparazione bilaterale dell’ernia inguinale con innesto; 23 (su 50) per la riparazione monolaterale dell’ernia inguinale; 9 (su 29) per “altra riparazione di ernia” e 3 (su 27) per fistulectomia anale.

Struttura sanitaria privata che dovrà “tenere conto nel proprio assetto organizzativo dei rapporti con l’ospedale ‘Parini’ e, eventualmente, con le altre strutture territoriali intermedie dell’Usl”.

In particolare, le “convenzioni per prestazioni di interventi di chirurgia generale” tra Usl e privato accreditato dovranno stabilire le modalità di invio dei pazienti eleggibili al ricovero per l’intervento chirurgico, le modalità di gestione delle cartelle cliniche, l’assolvimento degli obblighi informativi, l’aggiornamento del Fascicolo sanitario elettronico”.

Una risposta

  1. Complimenti agli assessori alla sanità che si sono succeduti. La Valle fa sempre del suo meglio. Bravi!

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