Le opere urgenti secondo le imprese valdostane per evitare l’isolamento della Valle d’Aosta

Presentato il Libro Bianco realizzato da Unioncamere. Fra le priorità la seconda canna del Traforo del Monte Bianco, vista come necessaria in primis per gli aspetti di sicurezza.
Libro Bianco Infrastrutture
Economia

La manutenzione e messa in sicurezza del Traforo del Monte Bianco e la realizzazione della seconda canna sono le due priorità delle imprese valdostane, così come evidenziano nel Libro Bianco realizzato da Unioncamere. Gli esiti dell’indagine sono stati presentati questa mattina nel corso del convegno “Il Sistema camerale per una Valle d’Aosta più accessibile e connessa in Italia e in Europa’, organizzato dalla Chambre.
“Un documento che raccoglie la sintesi di quanto emerso nell’ascolto del settore economico ma anche di chi è addetto alla programmazione” ha spiegato il presidente della Chambre Roberto Sapia aprendo i lavori. “Parlare di infrastrutture non vuol dire solo cosa funziona ma anche interrogarsi sule prospettive tecnologiche e su quale futuro avranno le nostre infrastrutture tecnologiche”.

Screenshot alle
Presentazione Libro Bianco

Sulle manutenzione del Tunnel le imprese chiedono di avere “un canale di comunicazione diretto con il gestore dell’infrastruttura” per poter “prevedere un calendario di incontri periodici di aggiornamento relativi all’avanzamento dei lavori nei cantieri test e informazioni puntuali relative alla fattibilità e all’efficacia, nei tempi, degli interventi previsti”.
Per la seconda canna le imprese ritengono necessario coinvolgere il governo nazionale per trovare una soluzione condivisa con la controparte francese. Proprio la concertazione con i nostri cugini di oltralpe viene segnalata dallo studio come una delle criticità, assieme all’aggiornamento del precedente studio geologico. Il Libro Bianco riporta stime e dati elaborati da Confindustria, che calcola come la chiusura del TMB possa comportare una diminuzione stimata dello -0,54% in 3 mesi e una perdita di quasi 10% percentuali di PIL con chiusure prolungate per 18 anni. L’impatto stimato sulla macro area Nord-Ovest, al netto della Valle d’Aosta, è pari a -0,3% di PIL annuo.

“La seconda canna, da realizzarsi quale opera propedeutica alle manutenzioni straordinarie, verrebbe utilizzata come tunnel bidirezionale durante il periodo di chiusure intermittenti, per poi essere riconvertita al traffico veicolare monodirezionale, con una singola corsia di marcia e una corsia di emergenza. Sul fronte dell’impatto ambientale, lo sdoppiamento del tunnel senza aumento delle corsie, non comporterebbe un aumento del traffico veicolare, ma piuttosto a un upgrade significativo del livello di sicurezza” si legge nell’indagine. “La seconda canna può inoltre contribuire a una diminuzione dei tempi di attesa e al conseguente snellimento del traffico. In aggiunta, permetterebbe di non interrompere il traffico transfrontaliero qualora uno dei due accessi non fosse agibile”. Il costo stimato dell’opera è di 1,2 miliardi di euro.

“Se il Monte Bianco si trovasse in mezzo alla Francia o all’Italia la seconda canna l’avremmo già fatta, perché prevarrebbe il problema della sicurezza” ha evidenziato il presidente della Regione Renzo Testolin.
Fra le 9 opere più attese e strategiche per il rilancio del territorio valdostano figura poi l’elettrificazione della ferrovia, intervento in corso, di cui però vengono segnalate alcune criticità come il mancato raddoppio dei binari, l’assenza di integrazione con il progetto di riapertura linea Aosta-Pré Saint Didier, il fermo triennale della linea, gli interventi alle gallerie e i disagi per l’utenza. C’è poi la riqualificazione dell’aeroporto Corrado Gex, la banda ultralarga, il collegamento tra circonvallazione Nord e Sud nel nodo di Aosta. Per quest’ultimo la richiesta è di creare un collegamento più fluido tra l’area gravitante intorno alla stazione di Aosta e la parte a nord della città, al fine di ridurre i tempi di percorrenza e razionalizzare il traffico viario. Altre opere prioritarie sono: l’mplementazione dei sistemi intermodali treno – bus e sviluppo smart mobility (Servizio/infrastruttura), la messa in sicurezza dei collegamenti stradali intervallivi altamente fragili, la frana di Quincinetto e la proposta di terza corsia dinamica sull’A5, soluzione presa in considerazione dalla Regione, e l’individuazione di bacini idrici, a contrasto del cambiamento climatico.

Tutte opere definite necessarie e urgenti, pena il “rischio elevato di marginalizzazione territoriale, spopolamento e decadimento maggiorato, rispetto ad altri territori, delle prestazioni strutturali delle infrastrutture.

Su alcuni dei problemi evidenziati dalle imprese la Regione promette risposte nel nuovo piano regionale dei trasporti che entro fine mese verrà portato all’esame della Giunta regionale.

“Nel piano cercheremo di affrontare quei temi sui quali non si è data una possibile soluzione per il futuro e inizieremo il confronto politico che sarà ricco come sempre” ha sottolineato nelle conclusioni l’Assessore regionale ai Trasporti Luigi Bertschy, annunciando anche l’avvio della sperimentazione di bus elettrici per le vallate laterali. “Nel giugno 2027 scadrà l’appalto sul trasporto pubblico locale, vogliamo avvicinarci ad un sistema che dovrà per forza essere misto, visto che il diesel non si potrà più utilizzare”.

2 risposte

  1. Bellissime le opere urgenti ma manca una cosa: il cash. Per la ferrovia ci vogliono solo 5 miliardi per ammodernare come si deve l’Aosta-Chivasso (FS ne prevedeva nel 2000 10 miliardi se si voleva cosiderare anche l’Aosta-Pré-St-Didier). Servono tanti soldi per i parcheggi aggiuntivi in centro a Aosta (ne vogliono 1000 i commercianti), quasi tutti sotterranei, come anche per il collegamento Nord-Sud di Aosta (la versione 2.0 della metro CAS-Parini), che saranno alti viste le “soprese” sotterranee sotto Aosta (sopratttuto a Nord). La fibra è fattibile. Le uniche a costo zero in teoria sono la terza corsia dinamica sulla A5 (se si acetta di lasciare le gallerie di Quassolo, Hone, Montjovet e Chatillon a due corsie) e il raddopio del Bianco (i soldi sono già nelle casse della Società italiana del traforo dal 2000 grazie a Giovanardi). Ma per il traforo resta il problema che la Francia non lo vuole fare perché la popolazione locale non vuole, mentre per governo e industriali francesi è più prioritaria la nuova Torino-Lione (vista la barca di soldi che ci hanno messo). Tajani può fare un lavoro immenso per convincere la Francia, ma se Val d’Arve e Alta Savoia dicono no simao punto a capo. Bello fare incontri a Roma, Piemonte e Palazzo Regionale tra i soliti noti per pontificare ste cose, ma bisogna alzarsi dalle proprie poltrone e muoversi per cercare realizzarle: a Roma per ferrovia e autostrada; a Chamonix, Val d’Arve e Savoia/Alta Savoia per convicere popolazione e categorie di settore (industriali in primis) per dire sì al raddopio del traforo del Bianco, ad Aosta per cercare una quadra al riguarda. Facile parlare ai soliti 4 gatti: provate a uscire a farlo a chi conta veramente su queste infrastrutture. Vi dico chiaro ai signori di questa conferenza: se non vi vedo andare in Francia a fare campagna pro-raddopio del traforo, e subire anche con stoico sacrificio le ostilità e le freddezze della popolazione e delle categorie locali alle vostre proposte, non vi prenderò sul serio neanche un pò, anzi varrete solo zero. E guai a prendersi i meriti se quelli che contano veramente sulla questione ottengono questi risultati senza il vostro aiuto: se poi li ottengono nonostante i vostri tentativi, che al momento sono fallimentari e autosabotanti, sparite dalla circolazione e non provate a farvi fotografare o ad associare con i veri eroi della situazione.

  2. Vedendo le pochissime persone presenti all’evento, direi che il tutto è autoreferenziale allo stato puro! Associazioni di categoria come la Chambre, ma non soltanto la Chambre, non rappresentano più nessuno.

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