L’opzione “2+2” anni non verrà esercitata. O, per dirla in chiaro, l’appalto per le refezioni scolastiche del Comune di Aosta – al centro di numerose polemiche – cambierà. E l’obiettivo è farlo entro l’inizio del nuovo anno scolastico, ovvero entro settembre 2024.
A dirlo è stato l’assessore all’Istruzione Samuele Tedesco, durante i lavori della I Commissione consiliare di oggi, mercoledì 24 aprile: “Nella delibera di Giunta dello scorso 4 marzo – ha detto – si è deciso di dare mandato agli Uffici di verificare sostenibilità tecnico/economica per il cambio dell’appalto entro settembre 2024”.
Una delibera, ha aggiunto, “che approva le linee guida con gli indirizzi per una nuova procedura di gara che parte dalla rete partecipativa e continua composta dalla Consulta delle mense, i genitori, i dirigenti scolastici, l’Usl e con un monitoraggio diretto e indiretto da parte degli Uffici”, con un “menù conciliativo con le esigenze ci dice deve avere per la sua funzione educativa, ma che va nella direzione che le famiglie stanno auspicando”.
“Questo è, in sintesi, il cambiamento che si profila – ha aggiunto Tedesco dopo aver illustrato i risultati, magri, del questionario online “Nella mensa che vorrei” –. Siamo partiti dall’elemento concreto di un appalto che prevedeva il ‘2+2’, e che ci ha detto che in questo modo i rapporti si sfaldano. Le criticità sono sempre state assunte, l’Amministrazione non si è mai nascosta dietro un dito”.
Con una “stilettata” politica, soprattutto nei lunghi dibattiti che hanno visto le refezioni aostane al centro dei lavori del Consiglio regionale, e di Forza Italia – mai citata dall’assessore – in particolare: “Distinguiamo i piani – ha concluso Tedesco –: la verifica dell’appalto è un momento amministrativo. Ma sugli aspetti del contratto e quelli procedurali, non si può entrare. La politica deve governare i processi. Bisogna fare attenzione nel tirare fili di un tessuto che si sta sfaldando. Ricucirli, per chiunque, è poi difficile. Noi abbiamo deciso di ricucire, con un altro colore, ci stiamo provando. Ma chi dall’altra parte tira i fili forse non si accorge che a perderci è tutta la comunità”.
La notizia del cambio di appalto fa piacere anche dai banchi dell’opposizione. Ma, anche da lì, non mancano i distinguo e una critica aperta: “Francamente, avrei preferito che in questi tre anni l’assessore avesse risposto: avete ragione, anche solo in parte, dobbiamo cercare di cambiare le cose. E non nascondersi dietro il ‘filo d’erba’ dell’Usl”, ha replicato Giovanni Girardini, capogruppo de La Renaissance.
“Auspichiamo che l’appalto nuovo valuti tante cose – ha aggiunto –. E che diventi semplicemente una mensa delle scuole con maggiore equilibrio. È questo che chiediamo e da tre anni. Nessuno chiede hamburger e patatine fritte tutti giorni. Abbiamo il ruolo di tutelare l’educazione e l’alimentazione dei nostri bambini. Siamo contenti che lei ce lo dica oggi. Ma se ci avesse detto allora che anche lei la pensava così ma si sarebbe dovuta aspettare la scadenza dell’appalto, sarebbe stato più corretto a livello umano e politico”.