Il Consiglio Valle dice “No”, per ora, alla caccia dello stambecco

Respinta la mozione del gruppo Lega. L'Assessore ha detto che porterà in Commissione "tutti i dati tecnici e biologici che possono motivare l'avvio del prelievo oppure no". Nel 2023 fuori dalle aree protette censiti 4052 stambecchi.
Ambiente

Lo stambecco può continuare a dormire sonni tranquilli. Il Consiglio regionale rimanda al mittente la proposta della Lega Vda di rendere possibile la caccia dello stambecco. La mozione è stata respinta con 23 astenuti, 2 contrari (Pcp) e 8 a favore (Lega e Forza Italia).

“Il piano faunistico dà alcune istruzioni per supportare la gestione dello stambecco, alcune delle quali adottate da tempo, come i censimenti” ha ricordato l’Assessore regionale Marco Carrel, ricordando la crescita avvenuta negli anni della specie all’esterno delle aree protette. Se nel 1997 erano conteggiati in Valle d’Aosta 1934, nel 2023 si è arrivato a 4052, il numero più alto. 

L’Assessore all’agricoltura ha quindi spiegato di aver scritto alla Commissione paritetica per chiedere la possibilità di prendere in considerazione una modifica dell’elenco delle specie cacciabili, compresa anche quella dello stambecco. Carrel ha ribadito quindi volontà di arrivare in Commissione per presentare il piano faunistico regionale, che prevede la proposta di una possibile gestione dello stambecco in Valle d’Aosta. “Credo sia opportuno affrontare quell’argomento in quella sede, per presentare tutti i dati tecnici e biologici che possono motivare l’avvio del prelievo oppure no”. 

Illustrando la mozione il consigliere Christian Ganis ha ricordato come lo stambecchi “sia una specie ormai ampiamente diffusa sull’arco alpino, dove sono stati censiti più di 50.000 capi dei quali ben 15.000 sul versante italiano, numeri che giustificano l’avvio di una gestione anche venatoria della specie”. Scelta effettuata dalla provincia di Bolzano. “L’esperienza ha dimostrato che anche con un prelievo annuale, si è verificato un aumento della popolazione”.

5 risposte

  1. Le priorità della VdA: sanità, trasporti su rotaia, valorizzazione del territorio e della cultura della VdA nelle sue diverse espressioni.
    E lo dico da turista innamorato.
    Quale piano strategico per la VdA?

    1. Quando gli elettori apriranno gli occhi, purtroppo i politici sono lo specchio della società e in cui viviamo

  2. Prendere il Trentino come esempio di buona gestione del territorio appare azzardato, viste le decisione assunte da questa regione, tutte volte a eliminare la fauna più che a tutelarla. Prendersi cura del patrimonio faunistico e ambientale che abbiamo vuol dire preservare la biodiversità e i predatori naturali degli ungulati. Gli squilibri li ha creati l’essere umano e la soluzione non può essere la doppietta. Abbiamo oro sotto le nostre mani, la natura della nostra Valle. Invece di proteggerla e valorizzarla, pensiamo a costruire impianti e infrastrutture e a uccidere gli altri esseri viventi che con noi condividono questo territorio. Ancora una volta con sconforto guardo alla pochezza e alla scarsa visione di certi politici valdostani…

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