E meme fu. Neanche il tempo di mettere piede in Valle d’Aosta e annunciare l’iniziativa “Cogne mette le ali”, che la ministra del Turismo Daniela Santanchè è finita nel mirino dell’ironia del web. Inevitabile.
Troppo ghiotta l’occasione degli elicotteri per turisti diretti a Cogne finiti a riempire le timeline in questi giorni. Inevitabile.
Si va dai classici di ispirazione cinematografica (da un immancabile Apocalypse Now ad un più raffinato richiamo a Fantozzi subisce ancora, passando per un inaspettato Jurassic Park e per Mary Poppins), fino a meme più sofisticati. Altri sono invece più sarcastici, mentre altri ancora – anche questa una triste consuetudine – non possono essere riportati.
Nel mezzo, post e gif assortite – su tutte quelle a tema “catapulte” – e richiami vari ed eventuali. Da un lato all’affaire “Open to meraviglia” (che tanto ha fatto discutere, anche qui in Valle), dall’altro un afflato più pubblicitario. Perché sì, quel “mette le ali”, non può non ricordare un famosissimo energy drink. Anche qui, inevitabile.
Il sondaggio
Per dare la possibilità ai lettori di AostaSera di esprimere il proprio pensiero pubblichiamo questo sondaggio-gioco con le diverse opzioni in circolazione in questi giorni.
7 risposte
Quando la Valle d’Aosta impone la sua AUTONOMIA? LA signora santanchè ha queste pensate fra una truffa e l’altra? Povera Italia!
Ma qualcuno ha visto in che stato sono case marciapiedi e strade? Se anche mi ci catapultano li a gratis, con tanto di valigie al seguito, poi cosa dovrei fare o dove potrei andare. Restare in camera d’albergo? Non avrebbe più senso accelerare la ricostruzione anche parziale e temporanea della strada? A me risulta che il nostro genio pontieri dell’esercito riesce (o dovrebbe riuscire) a costruire un ponte di legno carrabile in una sola notte.
Buongiorno.
Personalmente ho ritenuto deplorevole più di tutti il recente articolo di Fanpage dal titolo “Onorevole Santanchè, ascolti: io voglio salvare gli immigrati, non le vacanze dei turisti a Cogne” in cui in alcune parti mi sono sentita profondamente offesa (“….altrimenti, senz’auto, come faranno shopping una volta atterrati a Cogne? Non possiamo pensare soltanto agli alberghi, dobbiamo pensare anche alle gioiellerie….”).
Capisco le priorità umanitarie, ma non si “spara a zero” su un popolo (perché i cogneins e i “loro turisti” sono un popolo), senza motivo e senza conoscerlo.
Chi ha scritto l’articolo non è evidentemente mai stato a Cogne, dove non esiste il camminamento dello shopping né le gioiellerie come forse il giornalista voleva intendere.
L’articolo mi è sembrato offensivo non solo per chi come me adora Cogne ma soprattutto per chi ci è nato, ci vive, ci lavora, con grande sacrificio, tutto l’anno.
Non entro nel discorso elicotteri detto dalla dott.ssa Santanché …. ma credo che da parte di Fanpage vada chiesta scusa a Cogne: bisogna sapere cosa è Cogne e perché, nel tentativo di screditare altri, non vada demonizzata.
Cogne è un’idea.
Cogne è un anelito.
Cogne è certezza di perdersi nel rumore del silenzio.
Cogne è ritrovare sé stessi in armonia con il proprio essere, con gli altri, con la natura. Con Dio.
Cogne non attira i turisti: Cogne attira chi cerca, con fatica ma con perseveranza, lo scopo della propria esistenza che è quello di aspirare alle alte vette e, quindi, al (quasi) impossibile.
Cogne è assolutezza di vivere in serena semplicità, tra belle persone che dal primo momento che ti incontrano ti considerano cogneins e ti fanno sentire a casa, ti portano un barile di acqua potabile nella recente emergenza. Ti considerano dei loro, sia che tu sia in casa, in hotel, in B&B, in camper, in tenda…..fin dai tempi della miniera in funzione: duro lavoro unito a fraterna condivisione. Perché a Cogne tutti lavorano per tutti.
Cogne è il rifugio dove tanti anni fa sono scappata in attesa di una sentenza medica, perché solo Cogne e i suoi sentieri solitari sapevano darmi quella rassicurazione eterna di infinito, di vicinanza a Dio, di accettazione degli eventi con serena rassegnazione ma tenace voglia di lottare.
Cogne è colei che mi ha visceralmente imposto di mettere lì altre radici, la mia seconda casa, la mia anima, che dalla finestra di casa vede non solo lo zio GranPa, ma anche la Croce di Papa Giovanni Paolo II, che tanto amava queste montagne. E Cogne era tanto amata anche dal mio cagnolino Tito, che solo lì dormiva, perché sapeva che era da tutti ben accolto.
Cogne è fare shopping come dice Fanpage, è vero: cioè scendere sotto casa dal fruttivendolo e comprare le unicità degli orti della valle, o chiacchierare con la merciaia dei miei ultimi lavori all’uncinetto tra punti alti e altissimi, o passare dal macellaio a prendere un po’ di battuta al coltello come solo lui sa fare, o farsi sistemare i lacci degli scarponi dal calzolaio per poter camminare in sicurezza.
Cogne è effettivamente lusso, come sembra trasparire dall’articolo di Fanpage: il lusso di essere sé stessi, in armonia col creato e il suo popolo umano e non.
Elisabetta Valente Pilot
genovese e cognein
Che pipppne signora mia…
Pare che l’Emilia Romagna stia ancora aspettando i fondi della alluvione allora stanziati…..bah
… e se fosse stato solo un modo di dire…? leggi: “a tutti i costi” … dico…
E’ una “proposta” talmente surreale che non ho trovato corrispondenze nel sondaggio.
Abbiamo una classe governativa di soggetti inqualificabili, talmente fuori dalla realtà che non sanno di che parlano, un Paese in mano a costoro non ha futuro.
Le ali le deve mettere lei fra un pò per scappare da tutte le inchieste in cui è coinvolta.