I sindacati della sanità: “Usl e istituzioni ci sostengano, o sarà agitazione”

In una nota, le organizzazioni sindacali del comparto stigmatizzano i “commenti e talvolta le illazioni” che stanno “demotivando, scoraggiando e sminuendo il lavoro di tutti i sanitari”, anche con l’intento di contrapporre “l’attività ordinaria e la libera professione”.
Sanità

“Noi sindacati ci battiamo anche, forse soprattutto, per il diritto ad adeguate cure e assistenza per tutti i cittadini, e ne segnaliamo i disagi”. Lo scrivono in una nota le organizzazioni dell’area e del comparto sanità (ANAAO-Assomed, AAROI Emac, CGIL FP, CIMO, CISL FP, FASSID, FESMED, FVM, NursingUp, SAVT Santé, UILFPL), che ricordano però come “le stesse organizzazioni sindacali sono dalla parte dei medici, dei dirigenti sanitari, degli infermieri, di tutti gli operatori sanitari che con molto sacrificio garantiscono 24 ore su 24, in condizioni di lavoro pesanti e difficili, le urgenze per tutti!”.

Pertanto, le sigle intendono “stigmatizzare i commenti e talvolta le illazioni che sistematicamente alcuni personaggi attraverso i social-media e i giornali pubblicano, con la scusa di ‘corretta’ informazione, che quasi sempre sono basate sul percepito e non su quanto effettivamente accaduto, e che stanno di fatto demotivando, scoraggiando e sminuendo il lavoro di tutti i sanitari anche con l’assurdo intento di contrapporre (strumentalmente e sulla base di vera e propria ignoranza relativa alle dinamiche organizzative e normative) l’attività ordinaria e la libera professione”.

I rappresentanti della sanità si dicono coscienti “che le cose non funzionano come ‘dovrebbero’ nella macchina organizzativa dell’urgenza ed è un dato di fatto che sia la direzione aziendale che l’assessorato che gli operatori sanitari stiano lavorando insieme per migliorare tutto ciò che si può migliorare con le risorse umane a disposizione”.

Però, continuano le sigle, “non accettiamo nel modo più assoluto, come professionisti e come organizzazioni sindacali, che si parli di mancanza di professionalità di una parte più o meno ampia del personale e che si insinui che solo pagando i medici ospedalieri mediante la libera professione venga reso ai pazienti un servizio migliore”.

La richiesta avanzata all’Usl della Valle d’Aosta, all’Assessore alla Sanità e a tutte le forze politiche regionali (e magari comunali), di maggioranza e opposizione è di essere “inequivocabilmente più espliciti, anche pubblicamente, nel sostenere con forza l’operato di chi cerca di garantire le cure per tutti”.

Qualora dovesse persistere il “clima ostile fomentato dagli ‘odiatori di professione’ ed haters vari” e “se le dichiarazioni fatte da politica e istituzioni continueranno a essere deboli e relative solo all’elencazione di posti letti liberi o al numero di ‘pazienti in boarding’ o in attesa di dimissione dal pronto soccorso/reparti”, le organizzazioni sindacali preannunciano sin da ora “la concreta possibilità di indire a breve lo stato di agitazione che potrà evolvere anche nello sciopero generale regionale della sanità pubblica, cosa che non accade in Valle d’Aosta da almeno 40 anni!”.

Una risposta

  1. Minacciare lo sciopero per compiacere chi? Perché qualcuno si permette di interferire nell’idillio direzione-assessorato-lavoratori?! (E non per le condizioni di lavoro.) Si perde la fiducia dei cittadini prestandosi a fare da scudo a chi ha responsabilità politica e fornendo soccorso a chi ha fatto nomine come si fa beneficienza. E, di grazia, guardare anche a dopo la dimissione, che rischia di essere imprudente sotto pressione di chi vuol far quadrare i numeri.

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