Una nuova spedizione scientifica internazionale è in corso sul ghiacciaio Corbassière, nel massiccio del Grand Combin, a 4.100 metri di altitudine, al confine tra Valle d’Aosta e Svizzera. Con un obiettivo: recuperare carote di ghiaccio profondo che custodiscono migliaia di anni di storia climatica e ambientale.
Sul campo remoto allestito sul ghiacciaio opererà per circa dodici giorni un team di sei ricercatrici e ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e dell’Università Ca’ Foscari Venezia, supportati da personale tecnico – tra i quali una guida alpina e un’infermiera –, e da due ricercatori nel campo base di Ollomont.
“I ghiacciai conservano la memoria del clima e dell’ambiente del passato, ma si stanno ritirando rapidamente a causa del riscaldamento globale – spiega Carlo Barbante, direttore scientifico del progetto Follow the Ice, professore ordinario di Paleoclimatologia a Ca’ Foscari e associato senior al Cnr-Isp –. Questa è un’opportunità unica per salvare ciò che resta di quella memoria prima che venga persa per sempre”.
La missione – si legge in una nota – è la prima delle tre previste nell’ambito del progetto è sostenuta dalla Ice Memory Foundation, che si propone di salvare carote di ghiaccio da venti ghiacciai di alta quota minacciati dal cambiamento climatico, per conservarle in Antartide a beneficio delle future generazioni di scienziate e scienziati.
Il secondo tentativo sul Corbassière
La spedizione scientifica di oggi arriva dopo un precedente tentativo effettuato sullo stesso ghiacciaio nel 2020, interrotto a causa della presenza imprevista di acqua e dell’instabilità stratigrafica.
L’analisi dei campioni raccolti cinque anni fa ha dimostrato – si legge ancora – che gli strati superiori del ghiacciaio avevano già perso importanti segnali chimici climatici a causa del riscaldamento globale e della percolazione dell’acqua di fusione, a conferma che “questi archivi naturali stanno scomparendo più rapidamente del previsto”.
Le operazioni di perforazione sono iniziate ieri, 20 maggio. La missione punta ad estrarre almeno due carote di ghiaccio fino al substrato roccioso, ad una profondità stimata di circa 80 metri. Una di queste verrà conservata nell’archivio internazionale dell’iniziativa Ice Memory, per garantire che possa essere analizzata dalle future generazioni di scienziati.
In preparazione al carotaggio, nei giorni scorsi, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è stata condotta una campagna di prospezione radar con sistemi Gpr terrestri, per valutare lo stato interno del ghiacciaio e individuare il sito ottimale per la perforazione.
“La spedizione – spiegano da Ca’ Foscari – sarà anche un banco di prova per nuove tecnologie di perforazione. In collaborazione con il partner statunitense Cryosphere Research Solutions (CRS), il team utilizzerà un sistema elettrotermico progettato per operare in condizioni politermiche, che sarà testato per la prima volta sul campo, oltre a un carotatore elettromeccanico”.