È il 29 giugno 1986. A Monza va in scena il Gran Premio “Lotteria”, all’epoca celebre appuntamento del Campionato Italiano di Formula 3. Una vera classica, irrinunciabile per i piloti emergenti, che vi cercavano la consacrazione e il trampolino per le categorie maggiori. Dopo la partenza lampo di Monti, alfiere di Prema Racing – fin troppo lampo, avendo anticipato lo start – la gara vive sul duello tra Nicola Larini e Alex Caffi.
Larini sa dosare e gestire. La sua visione accorta lo induce ad un’attesa guardinga nelle concitate fasi iniziali per poi assumere il comando. Ma non aveva fatto i conti con Caffi, che riesce nell’impresa di passare il toscano di Camaiore. Alla quart’ultima tornata, però, ecco il contro sorpasso, alla prima variante.
Il duello si consuma sul filo dei secondi e dopo ventuno giri dell’Autodromo Nazionale Larini la spunta per soli 87 centesimi. Terzo, a 5”, il romano Marco Apicella, decisamente più staccati gli altri. È il prestigioso viatico per la ribalta maggiore. Larini, vincitore quell’anno del titolo in Formula 3, disputa otto stagioni, seppure non sempre complete, in Formula Uno con Coloni, Osella, Ligier, Modena (sotto l’egida di Lamborghini), Ferrari e Sauber.
Ma le grandi soddisfazioni arrivano nel Turismo. Alfa Romeo, entrata nel Gruppo Fiat, lancia la “155 GTA”, con la quale Larini si aggiudica il Campionato Italiano Superturismo nel 1992. Un punto di arrivo, il più alto della carriera? Assolutamente no.
L’anno successivo, Alfa Romeo si propone in un’avventura potenzialmente rischiosa per il suo blasone, iscrivendosi al “Deutsche Tourenwagen Masters”, il “DTM” sempre appannaggio degli squadroni tedeschi, con qualche incursione britannica o svedese. Larini, con la “155 V6 TI”, realizza il capolavoro.
Alla prima gara, a Zolder, si presenta alla folta e agguerritissima concorrenza: pole position e vittoria in entrambe le manche. Ma non basta. L’appuntamento cruciale è il 10 giugno al Nürburgring, il temuto circuito della Nordschleife, l’università delle vetture Turismo e non solo, ovviamente. Altri due successi. È la svolta.
E a Berlino, penultima gara in programma sul circuito “Avus”, Larini si laurea campione. A fine stagione, il pilota toscano stabilisce il record di successi individuali per annata e Alfa Romeo si impone tra i costruttori grazie alle dodici vittorie complessive: la sfida del “DTM” il Biscione se l’aggiudica di prepotenza.
Nella carriera di Larini non poteva mancare una chicca, la partecipazione al Giro d’Italia automobilistico, ormai da anni mestamente abbandonato. È il 1988, la corsa riprende dopo otto anni. Alfa Romeo si presenta in forze con tre “75 Turbo IMSA”, che monopolizzano il podio. Larini, con Cerrato e Cerri, coglie la piazza d’onore, alle spalle dei vincitori Patrese – Biasion – Siviero e precedendo Nannini – Loubet – Andrié.