Sono i giorni del ricordo in Valle d’Aosta di quei tragici eventi di 25 anni fa che causarono la morte di 20 persone e lasciarono nella comunità un segno indelebile.
“Venticinque anni sono trascorsi da quei giorni drammatici che resteranno per sempre scolpiti nella memoria collettiva come l’anno dell’alluvione – sottolinea il presidente della Regione, Renzo Testolin –. Villaggi devastati, famiglie evacuate, paura e dolore per le vittime: non abbiamo dimenticato nulla. Ma insieme al ricordo della distruzione riaffiora l’orgoglio per la pronta reazione dei valdostani, che seppero rialzarsi con la dignità e la determinazione proprie della nostra gente di montagna. A quanti persero i loro cari va ancora una volta il nostro pensiero e cordoglio più sincero. Quel tragico evento ci ha insegnato il valore della coesione, della prevenzione e del rispetto del territorio. Oggi il nostro impegno è continuare su quella strada, investendo nella sicurezza, nella conoscenza e nella formazione della cultura del rischio, affinché la memoria diventi responsabilità”.
Questa sera, alle 20.30, il Vescovo Franco Lovignana celebrerà in Cattedrale ad Aosta la Santa Messa in suffragio delle vittime, alla quale parteciperà anche il presidente Testolin.
Un momento pubblico dedicato al ricordo è previsto nell’ambito della Settimana Nazionale della Protezione Civile, sabato 18 ottobre, alle 9 in Piazza Chanoux ad Aosta. La cerimonia sarà aperta dal presidente della Regione.
“La memoria di quell’alluvione impone a tutti, istituzioni e cittadini, di rinnovare l’impegno per la prevenzione a livello territoriale – sottolinea Testolin –. Sappiamo bene che, in un contesto alpino come il nostro, la forza della natura non ammette distrazioni. Il motto della Settimana della Protezione civile, ‘Uniti per proteggerci’, è un richiamo alla collaborazione. In 25 anni il nostro sistema ha raggiunto un ottimo livello di coordinamento, consentendo interventi rapidi ed efficienti. Un risultato che cresce grazie a continue esercitazioni e che oggi restituiamo alla popolazione, ricordando al contempo il tragico evento che diede il via a un nuovo modello di gestione delle emergenze”.