Il SAV sul disegno di legge sui vigili del fuoco: “non banalizzare il soccorso in montagna”

Parla il direttore del soccorso alpino valdostano, Paolo Comune: “è essenziale ribadire che il soccorso tecnico in montagna debba rimanere in capo al SAV”. L’Uvgam: “auspichiamo interlocuzione sul testo”. L’UV divisa sul tema.
Vigili del fuoco e Soccorso Alpino in un intervento congiunto.
Politica

Rimasto fuori nella scorsa legislatura (non senza polemiche), e riapprovato dalla Giunta venerdì scorso, il disegno di legge in materia di “Disposizioni per l’organizzazione del Corpo valdostano dei vigili del fuoco” fa registrare la reazione di chi pompiere non è, ma opera in Valle nel campo dell’emergenza-urgenza.

Ragionando sulla formulazione del testo non adottata nella precedente consiliatura, e riproposta in questo mandato, il soccorso alpino valdostano afferma, per voce del suo direttore Paolo Comune, che le funzioni affidate dal provvedimento ai vigili del fuoco nel soccorso tecnico urgente, “in assenza di specificazioni, potrebbero comportare criticità nello svolgimento delle operazioni di ricerca, salvataggio e soccorso in ambiente non solo di montagna, ma anche di alta montagna, le quali competono al Soccorso Alpino”.

Per Comune, “l’attività di soccorso in montagna non dev’essere banalizzata” ed è quindi “essenziale ribadire il concetto che il soccorso tecnico in montagna debba rimanere in capo al soccorso alpino valdostano, che è l’ente appositamente istituito dalla Regione, con specifiche attribuzioni e obblighi di servizio pubblico”.

Secondo il SAV, diventa quindi opportuno che il disegno di legge, depositato agli uffici del Consiglio per l’avvio dell’iter in commissione, “definisca in termini più chiari le competenze del Corpo dei Vigili del fuoco relativamente agli interventi negli ambiti di media ed alta montagna, compiti peraltro già in capo al soccorso alpino valdostano e a questo affidati dalla legge regionale istitutiva, la quale, considerando la tipicità della nostra regione montana, prevede la necessità di garantire il soccorso in montagna tramite un apposito ente con professionisti dedicati”.

In conclusione, Comune “confida nell’attenzione del Consiglio regionale per addivenire ad una normativa trasparente e responsabile, volta al fondamentale riconoscimento delle competenze e della professionalità degli enti in questione affinché possano collaborare al meglio, entrambi con l’obiettivo di salvaguardare l’incolumità delle persone soccorse e delle cose presenti sul territorio valdostano”.

L’UVGAM: auspicata interlocuzione con le guide

Interpellata sulla questione, l’Unione Valdostana delle Guide di Alta Montagna non si sottrae ad esprimersi, partendo dal presupposto che il testo attuale è in una stesura ancora suscettibile di modifiche. “E’ ovvio che ci auguriamo e auspichiamo, a tutela dei nostri iscritti, – dice il presidente, Ezio Marlier – che ci siano interlocuzioni future, in modo da continuare a garantire un servizio di eccellenza come quello che da 50 anni a questa parte, le guide forniscono”.

Il giudizio dell’Uvgam sulla formulazione attuale è netto: “Non condividiamo, ovviamente, questo testo che apporta variazioni all’organizzazione attuale, senza interlocuzioni con noi, e che non va nella direzione di migliorare e risolvere le evidenti problematiche interne del comparto dell’emergenza-urgenza tutto”. Al netto del merito del tema, Marlier testimonia che le guide sono “comunque completamente a supporto dei vigili del fuoco nelle loro rivendicazioni previdenziali”.

L’UV non unanime sul tema

Il tema, a quanto si respira nei corridoi di palazzo regionale, non vede unanimità a livello politico. L’osservazione del SAV sulla necessità di introdurre nel testo la differenziazione territoriale delle competenze d’intervento non è nuova. Era stata manifestata ai vertici di piazza Deffeyes già in occasione del deposito del testo nella scorsa legislatura. Riprendendo in mano il dossier, è ora tornata a galla con lui.

Il confronto, in casa UV, gruppo più numeroso della maggioranza, avrebbe diviso sostanzialmente a metà i tredici consiglieri sugli argomenti sollevati dal SAV, con il presidente della Regione Renzo Testolin a fare da ago della bilancia nella riproposizione della formulazione originaria.

Chi c’era parla di “confronto democratico” su “visioni differenti”, con la posizione finale accettata di buon grado da chi era perplesso sull’impostazione adottata dalla giunta. Difficile che la politica si esprima diversamente, ma il cammino del provvedimento è agli inizi e tra commissione ed aula lo spazio per emendamenti e variazioni non manca.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le norme sulla privacy e i termini di servizio di Google. e Termini di servizio fare domanda a.

Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte