Il presidente della Svap dice che c’è stato un investimento “quattro anni fa” di “un milione di Euro”. Ma quello inizialmente era pensato per essere l’impianto di rifornimento dei bus cittadini e non mi sembra sia stato modificato ma solo reso “pubblico” ed aperto a novembre 2009 e non 4 anni fa. E se anche fossero state realizzate colonnine per il rifornimento pubblico, dubito fortemente che il costo si fosse aggirato sul milione di Euro.
Sul fatto che manchino altri impianti in Val d’Aosta, credo che andrebbero valutate alcune circostanze:
1) mi sembra che sia davvero impossibile che la Regione Autonoma Valle d’Aosta non possa destinare dei fondi per mantenere aperto l’unico distributore della regione (in Trentino la nuova legge sul commercio prevede contributi per la gestione dell’impianto: http://www.metanoauto.com/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=291);
2) perché la Regione VDA non utilizza la propria autonomia per legiferare ed introdurre il selfservice, come avvenuto in Alto Adige (vedasi normativa altoatesina: http://www.metanoauto.com/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=292 ma collegato al possesso di una specifica tessera), anzi magari per introdurre un rifornimento del tutto self-service come avviene, ad esempio, in Francia o in altri Paesi europei?
3) Peraltro, visto che l’impianto per il pubblico è stato realizzato nel 2009, pare non sia neanche preso in considerazione di realizzare un impianto già in regola con le norme del self-service presidiato, normativa in vigore già allora visto che il relativo D.M. è dell’11.9.2008 (testo integrale: http://www.metanoauto.com/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=195)
Fra l’altro recenti normative europee imporranno l’uso di biocarburanti come il biometano ed un maggior utilizzo del metano per autotrazione, dunque tale carburante avrà un sicuro avvenire. Ho l’impressione che in VDA non si sia perfettamente al corrente di molti aspetti legati alla tematica del metano per auto.
Vorrei infine solo citare un esempio lampante: in Tirolo in Austria nel 1993 fu inaugurato il primo distributore di metano, oggi, a distanza di soli otto anni, ce ne sono ben 24 (la stessa provincia di Bolzano appare arretrata con gli attuali 7 impianti aperti), realizzati presso stazioni di servizio da parte della Tigas, società pubblica di distribuzione del metano, e ciò nella logica che, oltre ad essere così pronti a future stringenti normative anti-inquinamento, prima deve esserci la rete di distribuzione, dopodiché il consumatore/cittadino potrà valutare l’acquisto di un veicolo a metano.
In Italia si è fatto esattamente il contrario: dare contributi per acquistare le auto ma non sviluppare nel contempo la rete di distribuzione, anche perché si è lasciato ciò ai gestori degli impianti e non alle aziende del gas come in Germania, Svizzera ed Austria, col risultato che vi sono zone in Italia, fra cui la VDA, dove la rete era ed è tuttora molto carente e fa pensare 10 volte un cittadino prima di acquistare un veicolo a metano.
Dott. Michele De Luca
Giornalista/Staff di amministrazione del sito www.metanoauto.com
Bolzano