Due settimane fa sembrava soltanto un’ipotesi “complessa e cervellotica”, sette giorni or sono è diventata una strada praticabile per poi trasformarsi oggi in un vero e proprio ultimatum. La mozione di sfiducia nei confronti degli assessori regionali potrebbe rivelarsi la mossa decisiva per sbloccare la situazione di stallo della politica valdostana. A giocarla sullo scacchiere gigante situato al primo piano di Piazza Deffeyes sarebbe proprio Leonardo La Torre che oggi ha lanciato l’ultimatum ai componenti della Giunta Rollandin. “Se non si dimettono entro domani – ha dichiarato all’Ansa – le mozioni saranno presentate e discusse mercoledì prossimo in Consiglio regionale: ho deciso di agire perché l’opinione pubblica chiede che si esca da questa impasse, che ci sia chiarezza politica e che si ridia alla Valle d’Aosta un governo autorevole e stabile".
Ai sensi dell’articolo 6 della legge elettorale regionale del 7 agosto 2007 e di conseguenza dell’articolo 106 del regolamento, le mozioni di sfiducia nei confronti di singoli assessori devono essere sottoscritte da almeno un quinto dei consiglieri assegnati, vale a dire sette persone. Per questo tipo di mozioni, però, non sono ammesse procedure d’urgenza: devono essere presentate almeno tre giorni prima la discussione e il voto.
Per questo motivo, i documenti sono già sul tavolo di La Torre, in attesa di essere firmate per la loro presentazione, entro domani alle 12. "La prima firma sarà la mia – spiega – ne cerco altre sei, ma non credo che avrò difficoltà a trovare consiglieri regionali disponibili a firmare, spero che ce ne siano anche nella maggioranza e mi rivolgo in particolare a coloro che hanno condiviso il documento dei saggi".
Le mozioni di sfiducia agli assessori, poi, per colpire nel segno, dovranno essere approvate a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati (vale a dire 18 consiglieri, ndr), per appello nominale. "Ho deciso di agire – ha concluso La Torre – e lo faccio confortato dal documento dei 4 saggi che, secondo me, non è stato ben approfondito, è stato letto e condiviso anche da altri, ma io in maniera particolare l’ho vissuto come un documento trasversale, perché è firmato da personaggi che hanno fatto la storia della Valle d’Aosta".
Secondo La Torre "per uscire da questa impasse occorre che il Consiglio regionale crei un momento di discontinuità, senza preconfigurare nessuna maggioranza, senza voler indicare, e quindi vincolare qualcuno a dei percorsi, ritengo che nel rispetto dei cittadini e delle indicazioni dei saggi ci debba essere un azzeramento della Giunta e che si apra un tavolo di pacificazione". Nel confronto politico successivo all’azzeramento dell’esecutivo per La Torre "l’Union Valdôtaine dovrà avere un ruolo centrale, insieme alla Stella Alpina e alle forze che vorranno contribuire per creare una maggioranza o nuova o allargata o un governo di scopo". Sempre che, conclude il consigliere regionale, "il Presidente della Regione non voglia stare lì con tutte le deleghe in mano. Questo è il mio ultimo tentativo come consigliere e come cittadino per evitare le elezioni anticipate".