Il Parco Nazionale Gran Paradiso nel 2022 ha compiuto 100 anni e, per festeggiare, ha organizzato diversi appuntamenti alla scoperta dei suoi luoghi più belli, escursioni, conferenze, spettacoli e momenti di divulgazione scientifica. Ma non è bastato a celebrare il traguardo del centenario per il primo Parco naturalistico nato in Italia. Per rendere giustizia alla sua storia e ai suoi abitanti, tra conservazione e ricerca, è stato realizzato un documentario andato in onda ieri sera, lunedì 13 marzo, su Raistoria. Si tratta di una nuova puntata della serie “Italia: viaggio nella bellezza”, intitolata “Cent’anni di Paradiso. Il parco e la sua storia”.
Il documentario presenta il PNGP attraverso riprese spettacolari dei panorami alpini del massiccio, i racconti e i documenti che ne testimoniano la storia e gli immancabili stambecchi. Tra gli interventi, il direttore Bruno Bassano, l’ispettore del corpo di sorveglianza Stefano Cerise, il Caposervizio di Valsavarenche Stefano Borney, la ricercatrice Caterina Ferrari e diversi altri guardiaparco. “Cent’anni di Paradiso” non parla solo del presente del PNGP, ma ne racconta le origini e la storia che ha portato alla sua creazione, tra scienza, ricerca, passione per il territorio e per la montagna.
Già nel 1856 Re Vittorio Emanuele II aveva dichiarato Riserva Reale di Caccia le montagne del Gran Paradiso, salvando in questo modo dall’estinzione lo stambecco che in quegli anni aveva ridotto la sua popolazione a livelli allarmanti. Il parco nazionale però, nasce dopo la fine della prima Guerra Mondiale quando, Re Vittorio Emanuele III si dichiarò disposto a regalare allo Stato italiano i 2.100 ettari della riserva di caccia, a patto che diventasse parco nazionale. Il 3 dicembre 1922 nasceva quindi il primo Parco Naturalistico nazionale con il fine di conservare, per le generazioni presenti e future, gli ecosistemi di rilievo internazionale e nazionale delle valli attorno al massiccio del Gran Paradiso.
Il simbolo del Parco è da sempre lo stambecco, l’animale che ha portato alla creazione dell’area protetta e il motivo della volontà di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturalistico della riserva. A causa delle minori precipitazioni sul massiccio e della pendenza molto elevata delle montagne, il Parco Gran Paradiso costituisce un ecosistema alpino perfetto per lo stambecco che si è concentrato in queste aree. In questo modo, non si è conservata solo questa specie, ma migliaia di altre sia di flora che di fauna alpina, protette dall’istituzione del PNGP.
Proprio questa storia spiega anche le caratteristiche antropiche del territorio, come gli oltre 380 km di rete sentieristica nati dalle esigenze di caccia della famiglia reale e l’origine dei Guardia Parco. I primi a svolgere questo mestiere erano le vecchie guardie di caccia del Re: montanari e bracconieri che conoscevano perfettamente il territorio e sapevano come muoversi in sicurezza. Ad oggi il parco ha una funzione di conservazione della sua ricchezza naturalistica, di ricerca scientifica, di divulgazione e valorizzazione del territorio, come racconta il documentario.