Nel 2020 – il 20 e il 21 settembre – si è votato per il rinnovo del Consiglio regionale della Valle d’Aosta. Allora a presentarsi furono 12 diverse liste elettorali con un panorama politico che, in questi cinque anni, si è completamente stravolto.
Le 12 liste in corsa nel 2020
Vallée d’Aoste Unie
Union Valdôtaine
Vda Libra – Partito Animalista
Lega Vallée d’Aoste
Progetto Civico Progressista
Pour l’Autonomie
Movimento 5 Stelle VdA
Centro destra Valle d’Aosta (FI-FdI)
Rinascimento Valle d’Aosta; Valle d’Aosta Futura
Pays d’Aoste Souverain
Alliance Valdôtaine – Stella Alpina – Italia Viva
Tra le grandi novità intervenute la cosiddetta réunion dell’Union Valdôtaine che ha di fatto raggruppato, sotto il segno del leone rampante, almeno una parte delle forze politiche che, nel 2020, correvano con sotto i simboli di Alliance Valdôtaine e Vallée d’Aoste Unie.
Insieme a Pour l’Autonomie, fondata dal compianto Augusto Rollandin e al Partito Democratico a cui va unita la figura di Alberto Bertin, attuale Presidente del Consiglio regionale, sono queste le tre forze (UV, Alliance Valdôtaine e Vallée d’Aoste Unie) che in questi cinque anni di legislatura hanno governato la Valle d’Aosta.

E così, con fare certosino, abbiamo tirato fuori dai cassetti i programmi elettorali polverosi con cui queste forze si sono presentate alle elezioni del 2020. A differenza degli articoli di presentazione in cui abbiamo esaminato le promesse elettorale di tutti, qui non abbiamo preso in considerazione quelle delle forze di opposizione (Lega Valle d’Aosta, Progetto civico Progressista) dato che in questa legislatura si sono limitate ad attività di controllo e ispettivo sull’operato del Governo regionale.
Una premessa dovuta: non è sempre facile monitorare la realizzazione dei programmi proprio perché le intenzioni che i partiti presentano agli elettori sono spesso generici, se non ambigui. Qui la medaglia al programma elettorale – tanto fumo e poco arrosto – la vince, a parere di chi scrive, l’Union Valdôtaine che deve aver messo a frutto tanti anni di elezioni e di governo optando per formulazioni generiche e poco concrete.

I programmi delle diverse forze di maggioranza hanno trovato poi una sintesi piuttosto efficace nel programma di legislatura 2020-2025 che abbiamo anch’esso passato al setaccio.
LA RIFORMA ELETTORALE QUESTA SCONOSCIUTA

“Sarà per la prossima legislatura”: seppur definita da molti una priorità e invocata da più parti come la panacea per contrastare i continui cambi di governo, l’approvazione di nuove regole per il rinnovo del Consiglio regionale della Valle d’Aosta e l’elezione del Presidente e la Giunta regionale non è riuscita. Nei programmi elettorali di UV, Alliance e di Vda Unie ritorna in più punti la necessità di varare la riforma elettorale per migliorare governabilità e stabilità.
Il programma di legislatura 2020-2025 si apre proprio sul nodo stabilità che “va affrontato attraverso una riforma elettorale”. La montagna, in questi cinque anni, ha, però, partorito il topolino. Temi come l’elezione del Presidente della Regione o il premio di maggioranza sono stati al centro di un articolato dibattito tra le forze politiche e oggetto di ben 5 differenti proposte di legge. Alla fine la sola maggioranza, con i suoi 19 voti, ha votato a febbraio 2025 la proposta di riforma della legge elettorale regionale della Valle d’Aosta depositata dall’Union Valdôtaine che reintroduce le tre preferenze e la rappresentanza di genere. Ora la stessa sarà al centro di un referendum confermativo fissato il 10 agosto, in piena stagione balneare. E c’è incertezza anche su con quali regole andremo a votare in autunno.
LA SOBRIETÀ DELLA POLITICA: PARLIAMONE

Da programma di legislatura la riduzione nei costi degli organismi elettivi avrebbe dovuto essere al centro di una riflessione di tutto il Consiglio regionale. Non è che se ne sia parlato molto, ma almeno la prima misura promessa dalle forze di maggioranza – l’equiparazione dell’indennità di funzione del Presidente del Consiglio regionale, prima 5.700 euro lordi mensili come il Presidente della Regione, a quella degli Assessori regionali ovvero 4.000 euro lordi circa – è stata realizzata lo scorso anno grazie ad una proposta di legge di PCP, forza di opposizione, votata all’unanimità nel giugno del 2024.
Per amor di verità va detto che non sono queste le cifre che guadagnano a Place Deffeyes: all’indennità di funzione va aggiunta indennità di carica dei consiglieri regionali (5.185,00 euro lordi mensili) e la diaria (2.686,00 euro mensili).
RIFORMA DEGLI ENTI LOCALI NON PERVENUTA
“Necessaria e non più rimandabile”: così scriveva nel suo programma elettorale Alliance Valdôtaine per quanto riguarda la riforma degli enti locali. Le forze di maggioranza si proponevano, in particolare, di garantire risorse certe agli enti locali con la revisione della legge 48/95 e di rivedere le funzioni associate dei servizi comunali mettendo mano alla legge 6/2014. La riforma organica, diciamocelo, non è pervenuta. In zona Cesarini, il maggio scorso, il Consiglio regionale ha votato (19 voti a favore di UV, FP-PD, Pour l’Autonomie e Stella Alpina e 15 astensioni (Lega, Forza Italia, PCP, Rassemblement Valdôtain e Gruppo Misto) la revisione delle disposizioni regionali relative all’esercizio delle funzioni e dei servizi comunali a livello sovracomunale, nonché il quadro legislativo relativo ai segretari comunali.

Per quello che è stato definito dal consigliere Erik Lavevaz, presidente della prima commissione consiliare, “il pilastro fondamentale della stabilità delle risorse finanziarie per i comuni necessario per garantire una buona programmazione, un’efficiente gestione la razionalizzazione dei servizi ai cittadini” tocca, però, aspettare.
ANCORA AVVOLTO DALLE NUBI IL MARCHIO OMBRELLO
“Un’esigenza ormai divenuta improcrastinabile”. Nel lontano 2016 l’amministrazione regionale così definiva la necessità di dar vita alla realizzazione di un marchio ombrello con cui associare, a livello promozionale, l’enogastronomia, il turismo, la cultura della Valle d’Aosta. Inserito nei punti del programma dell’Union Valdôtaine, ripreso poi nel programma di legislatura di tutte le forze di maggioranza, ad oggi l’iter non si è ancora concluso: la Valle d’Aosta, a differenza del Trentino Alto Adige con cui spesso la nostra regione si confronta, non può ancora contare su un marchio di qualità spendibile da tutti i settori economici, sia per la fornitura di beni che di servizi. Anche dell’ente unico turistico che si occupi di marketing e della promozione i valdostani e i turisti dovranno aspettare la prossima legislatura. In compenso, il marchio Cuore rosso del turismo, logo simbolo della promozione turistica della Valle d’Aosta, è stato registrato.
NON ANCORA VARATA LA LEGGE SULL’IDROELETTRICO

Per varare una legge regionale sull’idroelettrico, contemplata nel programma di maggioranza, la Regione Valle d’Aosta ha dovuto aspettare a lungo Roma e, in particolare, la Presidenza del Consiglio dei Ministri che il 31 ottobre 2024 ha trasmesso all’Assemblea di Place Deffeyes la bozza del decreto legislativo sulla norma di attuazione dello Statuto speciale in materia di concessioni di derivazione di acqua, che scadranno nel 2029. A gennaio 2025 il Consiglio Valle ha dato parere favorevole all’unanimità all’atto e lo ha ritrasmesso a Roma dove dovrà essere approvato in via definitiva. Solo successivamente la Valle d’Aosta potrà disciplinare con legge regionale, l’assegnazione delle concessioni di derivazione d’acqua, definendone le modalità di assegnazione, la durata, i criteri per la determinazione dei canoni di concessione, prevedendo anche la possibilità di affidamento a società a totale controllo pubblico. Il tutto, ça va sans dire, avverrà nella prossima legislatura.
MARIA ADELAIDE, NOVE ANNI SOLO PER IL PROGETTO


Vuota dal lontano 2016 per problemi strutturali, la ricostruzione dell’ex sede del liceo Maria Adelaide di Via Torino ad Aosta è presente in diversi programmi elettorali dei partiti di Governo. In particolare, nel 2020, è stata definita dalla maggioranza “fondamentale il recupero dell’edificio scolastico”. Ora qualcosa si è mosso perché nel 2022 si è deciso di demolire interamente l’edificio e ricostruirlo e due anni dopo, nel dicembre 2024, è stata approvata la prima fase progettuale di quello che sarà un nuovo Polo scolastico della città. Sono, mal contati, 9 anni per il progetto, per la ricostruzione vera e propria non sappiamo, a questo punto, se basterà la prossima legislatura.
Sempre in tema scuola nel programma di legislatura i partiti di maggioranza promettono di dar “soluzione ai numerosi problemi ancora esistenti in tema di edilizia scolastica, compreso quello delle palestre”. Nel novembre 2023 la giunta regionale ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione di una nuova palestra scolastica in Via dalla Chiesa, vicino all’ipermercato Gros Cidac, a servizio delle scuole secondarie di secondo grado nel comune di Aosta. Rimane il fatto che il problema annoso della carenza di luoghi al coperto per le attività motorie degli studenti del capoluogo regionale, al centro di una petizione già 14 anni fa, non è risolto.
IL BIGLIETTO UNICO ANCORA IN LAVORAZIONE
Un biglietto unico per tutto il trasporto pubblico, bus e treni, della Valle d’Aosta, esplicitamente prevista nel programma delle forze di maggioranza, Alliance Valdôtaine in primis, non è ancora realtà. Sui trasporti, però dei passi avanti sono stati fatti: dal 1° gennaio 2024 è disponibile l’abbonamento “Special20” rivolta ai residenti valdostani, che permette di viaggiare illimitatamente sull’intera rete di autobus regionali al costo di 20 euro mensili. Per agevolare gli spostamenti dei pendolari, complicati dalla chiusura della ferrovia per l’elettrificazione, sono stati poi ampliati gli sconti sul pedaggio autostradale su una tratta definita e per chi è in possesso del telepass che equivale ad una riduzione del 50%.

PIANO MOBILITA’ CICLISTICA: PER ORA SI VA A PIEDI O IN AUTO
L’intento, scritto nero su bianco per il quinquennio 2020-2025 nel programma di legislatura, era quella di “approvare e dare attuazione al Piano regionale della Mobilità ciclistica proseguendo nella realizzazione della Ciclovia Baltea di Fondovalle da Courmayeur a Pont-Saint-Martin, collegata con la rete ciclabile nazionale”.
Ora gli 84 km del percorso sono ben lungi dall’essere completati: ad oggi è stata realizzata, con alcuni attraversamenti su strade secondarie, la ciclabile da Saint-Pierre a Saint-Vincent. con diversi tratti definiti critici per cui devono essere ancora acquisiti anche i finanziamenti. In particolare come si può evincere dalla cartografia del Geonavigatore della Regione Valle d’Aosta la ciclovia dell’alta valle è ancora in fase di studio, così come il tratto della bassa valle. Da Saint-Vincent a Montjovet è invece stato già affidato l’incarico di approfondimento di natura geologica. Un segno meno nelle promesse elettorali di questa maggioranza, condiviso però anche con i precedenti governi visto che il progetto della ciclovia è stato avviato ormai 20 anni fa.

LISTE D’ATTESA: LA SANITÀ ANCORA IN AFFANNO
Tra gli obiettivi delle forze di maggioranza c’era anche la riduzione dei tempi d’attesa per visite ambulatoriali ed interventi chirurgici, “utilizzando le significative risorse economiche messe a disposizione dal Piano Nazionale delle liste d’attesa, attraverso meccanismi quali l’ampliamento delle fasce di apertura degli ambulatori specialistici, l’incentivazione del personale sanitario e la collaborazione con i Medici di Medicina Generale e i PLS”. In assenza di parametri numerici è difficile dire se al termine di questa legislatura il proposito sia stato rispettato. Rimane vero, per il cittadino, quanto la sanità valdostana sia ancora in affanno e come, per alcune prestazioni in particolare, non contrassegnate come urgenti, i tempi di attesa siano ancora fuori controllo.
Basti pensare che dai dati pubblicati mensilmente sul sito dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta e aggiornati al 5 giugno scorso per una visita reumatologica si devono attendere fino a 259 giorni, ovvero più di 7 mesi. Non va meglio per chi ha bisogno di una visita ematologica (210 giorni), di una endocrinologica o diabetologica (169). Per esami di diagnostica importanti, come l’ecografia varie l’attesa è poi di 161 giorni. Chi avesse bisogno di una colonscopia invece finisce nelle cosiddette liste di galleggiamento introdotte a giugno 2023 per prendere in carico gli utenti pur in assenza di disponibilità nelle agende.
Per amor di verità, ancora una volta, va detto che alcune misure sono state prese come le visite di sabato per alcuni ambulatori come radiologia, cardiologia e neurologia con parecchie prestazioni da recuperare e il progetto sperimentale dei cosiddetti “servizi a fisarmonica” con più servizi di urgenza nei periodi di grande afflusso turistico e più servizi d’elezione nel resto dell’anno.

L’AEROSTAZIONE FINITA SOLO SULLE CARTE
Nel programma di maggioranza si prevede finalmente “il completamento dell’aerostazione e la definizione di un nuovo modello di aeroporto, in cui possano non solo convivere, ma anche collaborare il volo sportivo, i voli privati, gli aerotaxi e, nei week-end, voli charter”. Ora i lavori all’aerostazione progettata da Gae Aulenti, che per la cronaca doveva essere pronta nel 2011 e che ha visto invece i lavori interrompersi nel 2013, sono ripartiti nel 2022. E sulla carta, dopo 447 giorni, l’appalto con la consegna dell’opera dovrebbe avvenire il 26 luglio 2025.
Pronti quindi ad inaugurare prima delle elezioni? A vedere lo stato di avanzamento dei lavori, da noi fotografato alcuni giorni fa, pare difficile: l’impressione è che per la conclusione toccherà aspettare la prossima legislatura quando, dai rumors, è atteso anche lo slittamento dell’approvazione del Piano regionale dei trasporti 2024-2035, che ha ricevuto il via solo dalla giunta regionale e con qualche osservazione e riserva dalla struttura regionale competente – ma non è ancora passato al vaglio del Consiglio regionale.





PER LA LEGGE SUI CAREGIVER SI ASPETTA ROMA
“Recepire i problemi e le aspettative che esprimono i disabili e le loro famiglie. Garantire l’assistenza sanitaria a domicilio, rivedere e ampliare la distribuzione dei fondi per i caregiver in relazione ai carichi assistenziali.”: erano questi gli intenti della maggioranza per il quinquennio 2020-2025. In relazione ai caregiver però la giunta regionale non ha voluto, qualcuno sostiene non ha potuto, legiferare – ed è di pochi giorni fa la bocciatura della proposta di legge presentata da PCP in merito a questa figura di assistente familiare– e “per evitare frammentazioni e garantire coerenza” ha deciso di attendere la riforma nazionale sulla vita indipendente e il progetto personalizzato delle persone con disabilità. In compenso nel 2023, dopo aver approvato in Consiglio regionale alcune modifiche alla legge 23 del 2010 e prevista la possibilità di dare contributi anche ai caregiver, la Giunta regionale ha approvato i criteri applicativi per l’erogazione dei benefici.
Una risposta
Propongo un Premio peril Risultato Economico.