“Due uomini liberi che affrontano musica libera”. Sta probabilmente in queste parole di Ramin Bahrami la definizione e sintesi migliore del concerto, intitolato Bach is in the air, che è il primo degli appuntamenti che la Saison dedica al grande musicista tedesco.
L’appuntamento, con protagonisti Ramin Bahrami e Danilo Rea, è per venerdì 14 febbraio alle 21, al Teatro Splendor di Aosta.
L’incontro prevede il fortunato sodalizio fra il massimo esegeta vivente della musica di Johann Sebastian Bach e il più grande pianista jazz italiano.
C’è un aneddoto, raccontato da Rea a Bahrami in occasione del loro primo incontro, che sintetizza meglio di qualsiasi altra parola ciò che vogliamo significare. In sintesi, racconta Rea, accadde che egli avesse il privilegio di partecipare ad una masterclass che Arthur Rubinstein fece con tutti i più grandi pianisti italiani, “quelli che noi oggi adoriamo”, per dirla con le parole di Bahrami. Dopo due ore nelle quali fior di pianisti che oggi sono leggende viventi avevano suonato, Rubinstein si alzò in piedi e fece un applauso. Poi disse: “Avete suonato molto bene, ma c’è qualcuno che finalmente mi fa sentire due secondi di musica?”.
Quella di Rubinstein voleva essere allora una provocazione con il sorriso sulle labbra. Oggi è invece una verità insindacabile. Esiste solo una Musica ed è quella che riesce ad arrivare negli angoli più nascosti dell’animo, a scrollargli di dosso la polvere e a dotarli di vita nuova.
Sempre venerdì 14 febbraio alle ore 15, l’Auditorium Arnod ospiterà Ramin Bahrami, considerato il pianista iraniano tra i più interessanti interpreti di Johann Sebastian Bach. Nella Torre dei Balivi, il musicista sarà disponibile per un incontro aperto al pubblico. Bahrami parlerà della scelta, condivisa con il pianista Danilo Rea, di recuperare la pratica dell’improvvisazione nel repertorio bachiano.