“Le memorie di Ivan Karamazov” alla Saison Culturelle

Questo giovedì 18 aprile alle 20.30 al teatro Splendor, Umberto Orsini torna sul palco della Saison con "Le memorie di Ivan Karamazov".
Orsini Le memorie di Ivan Karamazov

Un percorso all’interno dell’ultimo e forse più grande romanzo di Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, che Umberto Orsini affronta per la terza volta nella sua carriera d’attore come un vero e proprio “cavallo di battaglia”. L’appuntamento con lo spettacolo della Saison Culturelle, sarà questo giovedì 18 aprile alle 20.30 al teatro Splendor.

Dopo il fortunato sceneggiato televisivo di Bolchi e La leggenda del grande inquisitore, questo “nuovo Karamazov” è per Orsini l’occasione di confrontarsi direttamente con la complessità del personaggio più controverso e tormentato dell’intera epopea letteraria: Ivan Karamazov, il libero pensatore che teorizza l’amoralità del mondo. Ivan Karamazov, protagonista controverso e tormentato, colpevole e innocente insieme, ritorna a parlare, come un uomo ormai maturo che sente di non aver esaurito il suo compito, che sente il suo personaggio romanzesco troppo limitato per esprimere la complessità del suo pensiero e chiarire le esatte dinamiche dei “delitti” e dei castighi”.

L’attore, accompagnato da una musica in stringente e fervido dialogo emotivo con le sue parole, dà luogo ad una straziata e commovente confessione a tu per tu con se stesso e con i propri fantasmi. Orsini riesce a creare uno scambio con il personaggio a metà tra la finzione letteraria e il “pirandelliano” dissidio con un protagonista in cui ritrova le espressioni più oscure del proprio “io”. “Sembra incredibile ma è quasi mezzo secolo che conosco il signor Ivan Karamazov. L’ho incontrato in uno studio televisivo di Via Teulada, a Roma, e da allora ci siamo guardati nello specchio e ci siamo confusi uno nell’altro al punto di identificarci o de-identificarci. L’ho costruito giorno dopo giorno quell’Ivan. E, a poco a poco, anch’io mi sono illuso di essere il depositario di quell’immagine, di essere diventato il suo doppio, il suo SOSIA, per dirla col suo autore, il signor Dostoevskij“, così l’attore descrive il suo rapporto con il “suo” Ivan in una nota.

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