Acque reflue urbane: Courmayeur fra i 5 comuni italiani non in regola

Per questo la Commissione europea porta l'Italia per la seconda volta alla Corte di Giustizia Ue per le carenze in materia di trattamento delle acque di scarico urbane, con il rischio di sanzioni pecuniarie. Assieme a Courmayeur vi sono 4 comuni siciliani.
Ambiente

C’è anche Courmayeur nella “lista nera” dei 5 comuni per cui l’Italia è stata deferita dalla Commissione europea alla Corte di Giustizia europea a causa della loro inadeguatezza nella raccolta e nel trattamento delle acque reflue. La decisione fa seguito alla mancata esecuzione della sentenza della Corte del 10 aprile 2014, quando l’Italia era stata condannata perché 41 agglomerati non riuscivano a garantire la corretta raccolta e trattamento delle acque reflue.

 “Nonostante i notevoli progressi compiuti, in 5 comuni la mancanza di adeguati sistemi di trattamento delle acque reflue comporta rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l’ambiente marino nelle aree sensibili in cui esse sono scaricate – si legge nella nota presentata alla Corte di giustizia dell’Unione europea -. L’Italia avrebbe dovuto garantire il rispetto della direttiva sin dal 31 dicembre del 1998, pertanto questo secondo deferimento potrà comportare sanzioni pecuniarie che tengano conto della gravità e del protrarsi dell’infrazione”.

Assieme a Courmayeur ci sono i 4 comuni siciliani di Castellammare del Golfo, Cinisi, Terrasini e Trappeto, tutti quanti risultati non ancora conformi alle regolamentazioni imposte dalla Commissione europea: sulla base delle informazioni trasmesse dalle autorità italiane, la piena attuazione della sentenza del 10 aprile 2014 non potrà essere raggiunta prima del 2027.

“La direttiva impone agli Stati membri di garantire che agglomerati quali città, centri urbani e insediamenti raccolgano e trattino correttamente acque reflue potenzialmente contaminate da batteri nocivi – prosegue il documento -. Esse contengono tra l’altro nutrienti come l’azoto e il fosforo che possono danneggiare le acque dolci e l’ambiente marino favorendo la proliferazione eccessiva di alghe che soffocano altre forme di vita”.

A penalizzare Courmayeur, come sottolineato anche dal Piano d’ambito del servizio idrico integrato redatto dagli esperti del Bim, è la mancanza di un allacciamento dedicato all’impianto di depurazione della Valdigne. L’agglomerato comprende accanto al paese sanzionato La Salle, Morgex, Pré-Saint-Didier e La Thuile, per un carico generato pari a 30 mila abitanti nei periodi di minore afflusso e 60 mila abitanti nei periodi invece di maggiore afflusso. In funzione dal 16 maggio 2018, la struttura di depurazione comprensoriale avrebbe dovuto essere ampliata per andare a ricomprendere Courmayeur entro la fine del 2022. I lavori, approvati con il progetto definitivo-esecutivo del 4 settembre del 2021, sono stati appaltati per 2,5 milioni di euro soltanto all’inizio del mese di maggio di quest’anno e dovrebbero poter essere conclusi entro la fine del 2023.

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