Cambiamenti climatici, parla l’Arpa: “Non sono cicli naturali e non è sempre stato così”
“Ci stiamo scaldando, non sono cicli naturali e non è sempre stato così. Non è mai successo con questa rapidità negli ultimi diecimila anni. E questo accade a causa della concentrazione dei gas serra. Tutti gli studi dimostrano che è questo aumento la causa del fatto che il pianeta si stia scaldando. C’è dubbio nella comunità scientifica su questo? No. Il livello di negazionismo in Italia è molto forte, ma non esiste uno scienziato rispettabile che abbia dubbi”.
A dirlo, questa mattina durante i lavori dell’Osservatorio della qualità dell’ambiente urbano è stato il ricercatore ambientale dell’Arpa Valle d’Aosta Edoardo Cremonese. “Stiamo toccando i massimi storici dagli anni ’70 e stiamo vivendo nel 2022 il clima, secondo gli scenari peggiori, del 2030 – ha aggiunto –. Usiamolo come un ‘assaggio’ di ciò che ci aspetterà tra dieci anni e non tra cento”.
Le prospettive nel breve – a giocar d’eufemismo – non sembrano rosee: “Continueremo a scaldarci di 1,5 o 2 gradi nella migliore delle ipotesi, 3 o 4 nella peggiore. Dipende da quanto saremo bravi a ridurre le emissioni di gas serra – ha detto ancora Cremonese –. La settimana scorsa c’erano 5 gradi in cima al Monte Bianco. E questa variazione implica un aumento degli eventi estremi come le ondate di calore che stiamo vivendo. Quindi meno eventi di freddo e maggiori di caldo”.
Una via di fuga, però, c’è: “Possiamo ridurre gli impatti se faremo andare al massimo azioni di mitigazione e adattamento – ha spiegato ancora il ricercatore Arpa –. Mitigare vuol dire ridurre le emissioni di gas serra, al centro di tutte le politiche europee degli ultimi anni, riducendo il traffico e la deforestazione e sviluppando delle politiche forestali. È fattibile? Fortunatamente sì andando dall’energia ai trasporti all’efficientamento degli edifici all’industria. Non crediamo a chi ci dice che costa troppo, abbiamo già azioni a disposizione che oggi costano meno”.