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I Fridays for Future sono tornati a scendere in piazza

Meno di un centinaio i giovani e meno giovani presenti alla manifestazione, organizzata in occasione dello sciopero nazionale nato per chiedere azioni concrete per l'emergenza climatica. 
Ambiente

“Quando volete la giustizia climatica? Ora!” ma anche “Non esiste un pianeta B”. E’ partito da piazza dell’Arco di Augusto, questa mattina alle 9.30 puntuali, scandendo questi slogan il corteo di Fridays for Future ad Aosta. Meno di un centinaio i giovani e meno giovani presenti alla manifestazione, organizzata in occasione dello sciopero nazionale nato per chiedere azioni concrete per l’emergenza climatica.

Cartelli alla mano, il corteo ha sfilato lungo le vie del centro storico di Aosta per arrivare infine sotto Palazzo regionale. Presenti all’appuntamento anche diversi esponenti di movimenti della sinistra valdostana.

Crisi climatica, l’11 ottobre Fridays for Future torna in piazza ad Aosta

02 ottobre 2024 di Luca Ventrice

“La crisi climatica colpisce anche la Valle d’Aosta: alluvioni, scioglimento dei ghiacciai e scelte ecologicamente rischiose richiedono un’azione immediata”. Per questo, il prossimo 11 ottobre, tornerà in piazza il movimento Fridays for Future che “si unirà allo sciopero nazionale per chiedere alla Regione azioni concrete per affrontare questa emergenza”. L’appuntamento è fissato per le 9 in piazza Arco di Augusto, ad Aosta.

“Negli ultimi mesi la nostra regione, come molte altre in Italia, è stata colpita da alluvioni devastanti che hanno provocato danni ambientali, sociali ed economici significativi – si legge in una nota –. Tuttavia, i media locali si sono concentrati maggiormente sull’aspetto economico, trascurando il grave impatto ambientale”.

Ma, ammonisce Fridays for Future, “questi disastri non sono eventi casuali né isolati. L’aumento delle temperature globali di 2°C rispetto ai livelli preindustriali sta già causando impatti significativi sull’ambiente, aumentando drasticamente il rischio di cambiamenti pericolosi e potenzialmente catastrofici su scala globale. Il riscaldamento sta accelerando lo scioglimento dei ghiacciai, tanto che recentemente il disgelo ha portato allo spostamento dei confini tra Italia e Svizzera”.

“Nei prossimi decenni, gli effetti del cambiamento climatico saranno devastanti per la nostra Regione – spiega ancora il movimento –. È fondamentale riflettere sul futuro degli impianti sciistici e sul loro impatto ambientale a lungo termine. Con il riscaldamento globale che si avvicina ai 3°C, la maggior parte degli impianti sciistici europei non riceverà neve a sufficienza per operare regolarmente, senza considerare i crescenti rischi di valanghe e altre calamità naturali”.

Una situazione che “deve essere riconosciuta per quello che è: una vera emergenza. Spostare gli impianti a quote più alte è una soluzione temporanea e insostenibile, che rappresenta un disastro ambientale e un pericolo per gli abitanti e i visitatori della valle. La mancanza di sensibilità della nostra regione verso il cambiamento climatico è evidente anche dal piano regionale dei trasporti, che non prevede misure concrete per preservare l’ambiente né soluzioni sostenibili a lungo termine”.

Per Fridays for Future, al contrario, il piano “sembra dare priorità al profitto immediato ignorando la necessità di proteggere il nostro patrimonio ambientale. Per questi motivi invitiamo la collettività a scendere in piazza l’11 ottobre. Saremo in sciopero nazionale per il clima, uniti a tutte le altre regioni d’Italia, per difendere il nostro futuro”.

Il corteo – fanno sapere gli organizzatori – attraverserà il centro di Aosta e, nel pomeriggio, negli spazi di Plus (l’ex Cittadella dei Giovani), scienziati ed esperti interverranno per approfondire la questione climatica. Parallelamente, è in programma un baratto libero di vestiti in collaborazione con la Bottega del Riuso, per promuovere la sensibilizzazione ecologica e incoraggiare il riutilizzo e la sostenibilità.

7 risposte

  1. Ecco, che scendano in piazza con paletta e pinza per raccogliere un po’ di sporcizia dalle strade di Aosta, va… che capisco che c’è gente maleducata e incivile che butta tutto per terra… ma anche chi (per scelta o meno, problema suo..) è addetto a questo, è stipendiato (e li abbiamo visti gli aumenti dei costi “di gestione”…!!!) ma non lo fa!!!!! Questa sì sarebbe una bella iniziativa!! Grazie!

  2. Ha ragione, lo studio della storia e della climatologia sono importanti, è grazie agli studi che sappiamo che il riscaldamento globale attuale è diverso dai cicli naturali del passato. Per due motivi: la velocità e le cause.
    Negli ultimi 150 anni, la temperatura è aumentata molto più rapidamente rispetto ai cicli naturali, e questo è legato principalmente all’aumento delle emissioni di CO2 dovute all’attività umana (combustibili fossili, deforestazione). Le analisi dei gas intrappolati nei ghiacci polari hanno dimostrato che non abbiamo mai avuto concentrazioni di CO2 tanto alte. Le conseguenze sono già visibili: scioglimento dei ghiacciai, aumento del livello del mare, eventi climatici estremi. Se non si interviene, i rischi per il futuro sono enormi. Non è solo un ciclo naturale, ma una crisi accelerata dall’uomo.
    È cordialmente invitato ad assistere agli interventi degli esperti l’11 ottobre, l’aspettiamo!

    1. Le terre emerse occupano solo il 29% del pianeta Terra, il restante 71% è costituito da oceani e mari. Non solo: metà della popolazione umana vive nell’1% del territorio emerso, cioè occupa lo 0,29% complessivo del pianeta, ed è in questa parte che risiedono le attività che emettono la maggior parte dei gas serra dovuti all’attività umana. E’ quindi del tutto impossibile che il surriscadamento dipenda da questo 0,29%. Infatti esiste un fattore impattante sul 100% della superficie terrestre, con una forza impressionante: è il sole. Esso storicamente non emette radiazioni in modo costante, la sua potenza di emissione è mitigata dalle macchie solari, che in questo periodo purtroppo sono quasi assenti, il che comporta enormi quantità di radiazioni in più rispetto al passato.
      Quanto all’aumento della temperatura e della CO2, ha fatto caso come la vegetazione in alta montagna sta colonizzando zone prima sterili? Nuove fasce di vegetazione in quota sfruttano il calore e consumano CO2 (che è alla base del mondo vegetale e non solo). Cordiali saluti.

          1. Allora potresti indicare questi articoli scientifici che sostengono la tua tesi? Perché se ricerco articoli scientifici su questo argomento trovo solo articoli che confermano quel che sostiene il movimento di fridaysforfuture.

  3. Gretini in azione. Da che mondo e mondo ci sono fasi climatiche di riscaldamento o di raffreddamento, basti pensare ai ghiacciai che nel Quaternario arrivavano fino a Ivrea, oppure, al contrario, al passo del Teodulo (a Plateau Rosa) che, attualmente ghiacciato, era luogo di transito sempre percorribile in epoca romana fino a tutto il medioevo.
    Questi ragazzi, e chi dà loro corda, dovrebbero studiare un po’ di storia, un po’ di climatologia, anziché farsi strumentalizzare da grandi gruppi internazionali che hanno fiutato il businness “green”.

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