E’ l’ennesimo triste record di quest’anno. Caldo e siccità stanno provocando sulle Alpi, ma non solo, la fusione straordinariamente precoce della neve, come testimonia la società meteorologica italiana con la sua stazione di rilevazione posta sul ghiacciaio del Ciardoney, a 2850 metri nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, al confine tra il Piemonte e la Valle d’Aosta.
“Una stagione di accumulo scarsissima di nevicate e un maggio che probabilmente diverrà il più caldo in oltre due secoli al Nord-Ovest italiano si sono alleati nel determinare una fusione della neve straordinariamente precoce in alta quota” racconta l’associazione guidata da Luca Mercalli.
Le immagini della webcam della società meteorologica italiana il 24 maggio scorso hanno mostrato come in corrispondenza dell‘asta nivometrica il manto nevoso si era esaurito.
“Si tratta della data più precoce non solo del breve periodo di tele-osservazione della neve da webcam (dal 2013), con un anticipo di un mese e mezzo rispetto al consueto, ma anche di tutto il trentennio in cui, dal 1992, si è svolto il bilancio di massa (non si è mai riscontrato il pianoro frontale del ghiacciaio libero dalla neve già tra fine maggio e inizio giugno)”.
Secondo la società meteorologica italiana probabilmente l’eccezionalità è ultrasecolare, “tenendo presenti i dati meteorologici di Torino che in 220 anni non hanno mai evidenziato una simile combinazione di caldo e siccità invernale-primaverile”.
Le previsioni per il proseguo della stagioni non sono rosee – “i modelli di previsione stagionale dei principali centri di calcolo sono allineati nell’intravedere un periodo giugno-agosto ben più caldo della media in Europa” – e il rischio dietro l’angolo è di “assistere a una deglaciazione massiccia nel 2022 sono molto elevate”.