Iniziata la raccolta delle mele ma per le Renette è annata nera

La produzione della varietà montana ha subito cali tra il -60 e il -70%; mentre la quantità delle Gala è stata quest’anno buona, restano alte anche le aspettative per l’imminente avvio della raccolta delle Golden.
La mela Renetta
Ambiente

È stata un’annata particolarmente sfortunata per gli amanti delle mele Renette valdostane, la cui produzione ha quest’anno subito drastici cali tra il -60 e il -70% rispetto agli anni passati. Questi risultati, che accomunano la Valle d’Aosta ad altre località alpine, sono dovuti, secondo gli specialisti, alle temperature torride e alla siccità dell’anno passato, che hanno influito negativamente sulla crescita delle gemme a fiore e di conseguenza anche sulla quantità di frutti generati.

La Renetta

Attualmente i conferitori di CoFruits sono impegnati nelle fasi finali di raccolta delle Renette, che per loro natura tendono a variare di anno in anno la propria produttività.

“Solitamente gli sbalzi di produzione oscillano tra il 30% e il 40%, ma questa estate siamo passati dai 4 mila quintali circa mediamente raccolti a soli 1.500 quintali circa – spiega Mathieu Carlin, agronomo della società cooperativa valdostana -. La minore quantità di frutti è da imputare al caldo eccessivo e allo stress idrico del giugno 2022, delicata fase in cui gli alberi stavano preparando le gemme per l’anno successivo”.

Anche il brand Mele Augusta, nato dall’unione tra l’azienda agricola Saint-Grat e l’azienda agricola Bisson, ha quest’anno perso circa il 50% del proprio raccolto.

“Ci siamo documentati e abbiamo capito che lo scarso rendimento delle Renette è comune anche ad altre località che le coltivano, tra cui il Trentino Alto Adige – ha raccontato Ivo Viérin -. Questo ci insegna come tale varietà, che crediamo rustica e antica, sia in realtà estremamente delicata e fatichi ad adattarsi al clima quasi tropicale dei giorni nostri”.

Gala e Golden

I punti vendita di CoFruits sparsi su tutto il territorio regionale commerciano al momento anche le mele Gala, prime a essere state raccolte con risultati ottimi in termini di quantità e qualità.

“Dopo gli ultimi test di maturazione, mercoledì avvieremo la raccolta delle Golden nelle zone precoci, concludendo poi con le zone tardive tra Saint-Pierre e Villeneuve entro una settimana – anticipa ancora Carlin -. I presupposti sono molto buoni perché le piante non hanno patito la siccità e il caldo estremo e anche lo sbalzo termico e le temperature più fresche di questi giorni stanno permettendo ai frutti di assumere una colorazione esteticamente gradevole”.

La raccolta dell’azienda agricola Saint Grat ha quest’anno toccato i 4 mila quintali, attestandosi nella media delle stagioni melicole passate.

“Abbiamo oramai chiuso sulle Gala da una decina di giorni circa e ci prepariamo ai primi stacchi delle Golden su tutte quelle piante appena messe a dimora e perciò più deboli” chiarifica ancora Viérin, mentre il collega Bisson anticipa “La quantità di Gala è stata normale, non del tutto eccezionale, mentre quella delle Golden è scesa del -20% ma presenza un’ottima qualità”.

Le varietà tardive

Dovrà attendere ancora qualche settimana, invece, la raccolta delle varietà tardive Mairac e Fuji: anche in questo caso, vista l’assenza di grandine o temperature torride a danneggiare o bruciare i frutti, quantità e qualità produttive paiono far ben sperare i conferitori di CoFruits e Augusta.

“Abbiamo una piccola produzione rara in Valle d’Aosta di Mairac, una mela che ho voluto testare su circa 2 mila metri di terreno per proporre un’alternativa alla sola Renetta – prosegue Viérin -. Acida ma saporita, questa varietà ha la fortuna di non presentare gli stessi problemi della sua controparte, ciò che la porterà a maturazione tra una quindicina di giorni”.

“Adeguarci al clima”

L’estate 2023 pare aver lasciato più respiro ai produttori di mele della regione, che durante questi mesi hanno potuto beneficiare di temperature sostanzialmente nella media nonché di pioggia sufficiente a preservare e a permettere l’utilizzo della risorsa idrica.

“Siamo reduci da un anno critico quanto a caldo e siccità, del quale ci troviamo a pagare ora le conseguenze – commenta ancora Bisson -. Dovremmo essere in grado di adeguarci al clima il più in fretta possibile, prendendo atto dei nostri errori passate e abituandoci a convivere meglio con la natura che ci circonda”.

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