Presentato il progetto del nuovo Centro del riuso di Aosta

A spiegarne il funzionamento e i dettagli dello Studio di fattibilità tecnico-economica del Centro del riuso che vedrà la luce in via Caduti del Lavoro, in Commissione consiliare, il dirigente comunale all'Ambiente Marco Framarin.
Ambiente

In attesa che si sblocchi l’appalto per i servizi di igiene urbana e la raccolta dei rifiuti di Aosta – che dopo la riunione di ieri pomeriggio vedrà la ricostituzione della Commissione tecnica per il riesame delle due offerte rimaste in gara dopo il ricorso di De Vizia respinto dal Tar – il Comune va avanti, e presenta lo Studio di fattibilità tecnico-economica del Centro di riuso che vedrà la luce in via Caduti del Lavoro.

Oggi, durante i lavori di II Commissione consiliare “Politiche del territorio – Opere pubbliche” il dirigente comunale all’Ambiente, l’ingegnere Marco Framarin, ha spiegato come funzionerà il nuovo servizio.

“L’iniziativa nasce da lontano – ha detto in aula il tecnico –. L’esigenza è quella di avere finalmente un Centro di riuso ad Aosta che possa intercettare i beni mobili ancora in buon stato, e che vengono autonomamente donati dalla cittadinanza, prima che possano diventare rifiuti, ovvero sottraendo dal circuito dei rifiuti una notevole quantità di beni”.

Dalla planimetria presentata in Commissione il nuovo Centro sarà collocato prima della parte dedicata all’isola ecologica – quasi a fare da “filtro” –, dopo l’ingresso che si affaccerà proprio su via Caduti del Lavoro e non più dall’area dell’ex Foro Boario. Qui troveranno spazio le attività di accoglienza, accettazione e magazzino assieme ad una piccola area espositiva per gli oggetti “ricondizionati” che il Comune potrà mettere in vendita, definendo un tabellario di tariffe (ribassate) concordato preventivamente e un regolamento da definire prima dell’apertura.

“Eventuali mobili, suppellettili o piccoli elettrodomestici – ha spiegato Framarin – devono essere puliti, ricondizionati e preparati, sfruttando gli spazi attualmente esistenti che ospitano container e cassonetti nella conformazione attuale. Lungo i confini nord e ovest è prevista una barriera verde sia per limitare le emissioni acustiche ed eventuali emissioni polverose ma anche per rendere più gradevole l’intero impatto dell’ampliamento dell’isola ecologica”.

Isola per la quale “è previsto lo verso ovest, in un corridoio, in modo da proteggere il condominio dal momento che non si confronta più direttamente con l’edificio, cui si frappongono una decina di garage fuori terra”. Qui, “dal punto di vista ambientale, abbiamo previsto misurazioni acustiche prima dell’inizio dei lavori che verranno riproposte a intervento concluso. Questa isola ecologica ha una particolarità davvero notevole rispetto ad altre, in genere molto distanti dal centro abitato, e quindi andrà tenuta come uno specchio”.

Un regolamento per entrare nella “rete” del riuso

Il tecnico comunale spiega: “Ho cercato di mettere nel capitolato norme che incitino il prossimo gestore a mettersi in contatto con la rete del riuso che esiste e funziona. Il regolamento dovrà definire le tipologie di materiali, lasciando però anche un po’ di mano libera all’utenza dato che si parla sempre di cessioni volontarie e gratuite. La merce recuperata sarà messa in vendita ovviamente a prezzi, molto bassi, con tariffe decise dal Comune per incentivare questa forma di utilizzo e riutilizzo”.

Non solo: “Auspichiamo, oltre all’assunzione prevista di personale in più per il servizio, di stringere utili accordi con il mondo del volontariato e dell’associazionismo per rendere questo Centro del riuso davvero vitale e che inviti anche i cittadini all’autoriparazione per evitare una cultura del rifiuto usa e getta”, ha concluso il dirigente.

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