Sulle antenne 5G Comuni e Regione cercano il confronto con gli operatori

Durante l’assemblea del Cpel di oggi, martedì 20 giugno, i sindaci della regione hanno insistito sulla necessità di un coinvolgimento nelle decisioni che riguardano il posizionamento delle nuove infrastrutture per poter tutelare al meglio territorio e paesaggio.
Fibra ottica
Ambiente

I sindaci valdostani tornano a levare la voce e lamentano gli ennesimi mancati coinvolgimenti nelle decisioni che riguardano il posizionamento delle nuove antenne telefoniche 5G. Già da qualche mese sul piede di guerra, i primi cittadini della regione esprimono scetticismo anche riguardo alla prossima creazione di un tavolo di monitoraggio e confronto tra Regione, Comuni e operatori telefonici. Come spiegato dall’istruttore tecnico Roberto Jordaney durante il suo intervento all’assemblea del Cpel di oggi, martedì 20 giugno, esso potrebbe essere utile a “interfacciare le varie multinazionali che si occupano della costruzione delle infrastrutture, obbligandole a dialogare con una rappresentanza degli enti locali nonché a fare fronte alle difficoltà da essi riscontrate”.

Gli interventi del Pnrr

Sono due gli interventi a favore della realizzazione di infrastrutture di telecomunicazioni di prossima attuazione in Valle d’Aosta con il sostegno economico del Pnrr: il Piano Italia 1 Giga e il Piano Italia 5G, entrambe sotto la gestione di Infratel.

Il primo progetto vuole fornire connettività ad almeno 1 gigabit al secondo in download e 200 megabit al secondo in upload alle unità immobiliari non coperte da una rete a velocità di connessione in download pari o superiori a 300 megabit al secondo. Affidato in carico a Tim spa, esso si basa su di un’attività di mappatura eseguita nel corso del 2021 che ha rilevato 15.934 (il 17% del totale regionale) civici valdostani che necessitano di collegamento. Al 31 di maggio, la società telefonica ha consegnato 10 progettazioni esecutive relative a 6 comuni e ricomprese nel contributo aggiudicato pari a 291 mila euro; a oggi, tuttavia, soltanto Verrayes ha dato avvio all’iniziativa di infrastrutturazione.

Piano Italia 1 Giga
Piano Italia 1 Giga

Il Piano Italia 5G, la cui conclusione è prevista entro il 30 giugno del 2026, punta a incentivare la diffusione di reti mobili 5G in grado di “assicurare un significativo salto di qualità della connettività radiomobile mediante rilegamenti in fibra ottica delle stazioni radio base (SRB) e la densificazione delle infrastrutture di rete, al fine di garantire la velocità ad almeno 150 Mbit/s in downlink e 30 Mbit/s in uplink, in aree in cui non è presente, né lo sarà nei prossimi cinque anni, alcuna rete idonea a fornire connettività a 30 Mbit/s in tipiche condizioni di punta del traffico”.

Esso prevede una duplice linea di intervento, prima delle quali orientata a donare connessione in backhauling tramite radiomobili esistenti ma non ancora raggiunti dai cavi: gestiti ancora una volta da Tim spa, i lavori interesseranno nella regione 52 siti ripartiti su 23 comuni. La seconda direzione del Piano prevede la creazione di una nuova infrastruttura destinata a servire 3 aree di 2 comuni valdostani per portare l’alta velocità alle cosiddette “zone grigie” dove manca la copertura degli operatori privati. Vinta dal gruppo formato da Tim, Vodafone e Inwitt, la gara darà accesso a connessioni in 5G di 150 megabit al secondo in downlink e 30 megabit al secondo in uplink.

Le polemiche

I dubbi maggiori espressi dai sindaci durante l’assemblea del Cpel odierna concernono ancora una volta l’installazione delle antenne necessarie all’ampliamento della rete, la cui sede, come spiegato dalle referenti Infratel, Mariateresa Chiffi e Stefania Cocco, “escluse eventuali variazioni in caso di difficoltà realizzative, viene individuata tramite mappatura già in fase di bando”.

“Come amministrazione abbiamo dato parere contrario all’installazione di un traliccio alto 30 metri perché ne esisteva già uno a 40 metri, esso è stato impugnato al Tar e ora siamo al Consiglio di Stato ma abbiamo di fatto perso – ha raccontato Loredana Petey, sindaca di Aymavilles -. Credo di parlare a nome di tutti i miei colleghi domandando un contatto con Inwitt per capire dove verranno posizionate le antenne, che nel nostro caso dovrebbero collocarsi in pieno centro abitato al di sotto del castello”.

Come Loris Salice, sindaco di La Salle, ha osservato che “nessuno qui si può ritenere un complottista del 5G, ma riteniamo preoccupanti simili decisioni che rischiano di rovinare un territorio da tutelare”, così il primo cittadino di Morgex, Federico Barzagli, ha rammentato ai colleghi che “purtroppo queste ditte non lasciano alcun margine sulla locazione delle strutture perché convinti che essa sia l’unica opzionabile”.

Anche il sindaco di Hône, Alex Micheletto, si è unito alle voci di dissenso commentando che “nessuno vuole negare l’innovazione tecnologica ma crediamo doveroso contemperare le esigenze di progresso e armonizzazione del territorio” e domandando a nome dell’intero Consiglio permanente degli enti locali “un momento di confronto alla ricerca di un compromesso senza tirarsi indietro ma chiedendo rispetto reciproco”.

La risposta

“Secondo l’indagine svolta dalla Camera di commercio su 300 aziende valdostane, quella della rete 5G e del suo sviluppo è una delle tematiche più calde del momento ma essa va inevitabilmente a scontrarsi con il paradosso che non sempre le imprese provvedono al collegamento ritenendo il proprio piano soddisfacente – ha rammentato invece Luciano Caveri -. La rete è però molto più performante, per questo sarà urgente riuscire ad approvare quella legge 25 che permetterà alla regione di prendere in carico gli impianti garantendo eterogeneità alle strutture”.

L’assessore Caveri ha voluto poi rassicurare i sindaci valdostani circa la validità del neo istituito tavolo di monitoraggio nonché circa la possibilità da parte della Regione di mettere a disposizione i propri tralicci per i lavori cui essi risulteranno adeguati.

“La problematica generale mi pare sia legata ai piani delle società telefoniche perciò non si incrocia con i progetti di Infratel, che di fatto tengono in conto un’unica antenna a Sarre – ha concluso Caveri -. Mi impegno a organizzare un tavolo con i gestori telefonici per chiarire definitivamente la copertura di alcune zone partendo dal presupposto che la telefonia mobile non è un servizio universale come la rete fissa”.

In accordo con i primi cittadini, l’assessore ha promesso di raccogliere le lamentele emerse o latenti dei 74 comuni “verificando che cosa si potrà fare tenendo però in conto che, nel tempo, queste società hanno acquisito un potere che deriva da legge impositive dello Stato”.

4 risposte

  1. E’ dai tempi di Guglielmo Marconi che si millantano rischi sulla salute causate dalle trasmissioni radio, con il solo risultato di avere connettività del millennio scorso e ostacoli alla digitalizzazione.
    Magari sono gli stessi che si lamentano che i servizi non funzionano a dovere e la Valle continua a spopolarsi…

  2. I danni sulla salute sono ormai comprovati, pensare prima no eh? Proprio all’italiana…che tristezza e che vergogna! Siamo messi proprio male se la velocità di connessione, certamente comoda, diventa più importante della salute… in che mani!

  3. Commissione di valutazione sui rischi per la salute…poi tutti a frignare quando si ammalano!! Sveglia!!

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