Il rifugio Arbolle a circa 2.500 metri di quota a Charvensod sarà sottoposto ad alcuni interventi di efficientamento energetico finalizzati a convertirne gli impianti da un’alimentazione a combustibili fossili verso fonti rinnovabili e perciò più sostenibili. Il progetto, dal costo complessivo di 73 mila euro, sarà coperto per 50 mila euro dalla linea di finanziamento del Pnrr dedicata a “Resilienza, valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei Comuni” e per i restanti 23 mila da fondi propri.
“I lavori si inseriscono nella più ampia iniziativa che, dopo la messa a norma dei locali, completa la riqualificazione del rifugio con l’installazione di pannelli fotovoltaici e di un sistema di accumulo per l’ottimizzazione della potenza generata dalla centralina idroelettrica esistente – spiega il sindaco Ronny Borbey -. Questo permetterà una migliore fruizione dell’energia rinnovabile prodotta, la riduzione della dipendenza dal gasolio e l’abbattimento delle emissioni di CO2”.
Fabbricato di proprietà dell’amministrazione ma affidato in gestione a terzi, il rifugio Arbolle si compone di camerate per un totale di 66 posti letto oltre che di una sala per servizio di bar e ristorazione e una saletta a funzionalità ricreativa.
“La struttura resterà attiva anche durante l’esecuzione dei lavori, che non riguardano l’edificio in sé bensì alcuni locali annessi e che prevediamo di completare entro l’estate con il favore della stagione calda – confini Borbey -. Con questo intervento vorremmo rendere l’immobile più efficiente evitando eventuali sbalzi di tensione che possano provocare danni ad apparecchiature sostituibili soltanto recandosi in fetta a piedi o con l’elicottero”.
Dopo l’apertura estiva prevista per il prossimo venerdì 23 giugno, il rifugio Arbolle resterà operativo sino alla prossima domenica 10 settembre. Il progetto del Comune di Charvensod fa il paio con la manifestazione di interesse orientata alla progettazione, al recupero e alla trasformazione di un fabbricato nei pressi dell’Alpe Chamolé.
“Dopo la chiusura delle domande, siamo ancora fermi a una prima fase molto tecnica di verifica da parte degli uffici competenti – conclude Borbey -. Negli step successivi si potrà procedere con l’attivazione di un partenariato pubblico-privato per il recupero di questo edificio sottoutilizzato”.