Un “rope taxi”, cioè una telecabina che da un certo punto dell’itinerario si stacca dal cavo e procede su binario, per collegare Courmayeur alle valli Veny e Ferret? E’ il “sogno” – la definizione è del sindaco Roberto Rota – da cui il Consiglio comunale della cittadina ai piedi del Bianco ha deciso, oggi, di provare a non risvegliarsi. L’assemblea ha preso atto dello studio di valutazione tecnico-economica trasmesso al Municipio dalla società “in house” CSC e stabilto che la Giunta debba fornire la massima visibilità all’ipotesi, in una logica di ricognizione rispetto alle fonti degli ingenti finanziamenti necessari o di proposte eventualmente migliorative.
Per l’Esecutivo, a seguito del voto unanime di oggi pomeriggio (3 gli assenti), inizia a scendere la sabbia nella clessidra: il termine entro cui tornare a riferire in aula è stato fissato al 31 novembre prossimo. Nell’illustrare il progetto, il Sindaco è partito dai dati, ricordando che “nelle giornate di punta, la Val Ferret ha quasi 2mila auto che salgono, la Val Veny poco meno. Le navette sono 36 per la Val Ferret in estate, 20 per la Val Veny”. Numeri che si accompagnano agli elementi critici: “veicoli in sosta in ogni luogo, la scarsa collaborazione tra enti”, per cui “ci siamo chiesti come arrivare a Planpincieux?”.
La telecabina…
La risposta viene individuata in una telecabina, con partenza nella zona del campo sportivo, la salita verso il rifugio Bertone e la discesa su Planpincieux. Soluzione in grado di dare “anche una risposta nei giorni dei problemi del ghiacciaio”, perché “sappiamo che li abbiamo avuti e li avremo nei prossimi 10 anni almeno”. Una scelta che “permetterebbe l’accesso alla valle e soprattutto l’evacuazione della valle”. Da qui, “come in tutti i progetti, si va oltre e si vede se si può fare meglio”, aggiungendo al contesto il secondo interrogativo: “come poter collegare anche la val Veny?”.
…che poi va su rotaia
Con “il sogno”, appunto: “lo stesso mezzo, si stacca dalla fune e va su rotaia ad Entrèves”, raggiungendo la zona di Skyway, dove si potrebbe realizzare un parcheggio a silos, ove “recuperare i posti auto che sono stati persi da piazzale Retegno e mai sostituiti”. “Partendo dal piazzale del cinema, – ha idealmente percorso le varie tappe il Sindaco – in 6 minuti si giunge al campo sportivo, in 15 a Planpincieux, in 20 a Zerotta”. E’ il passaggio fino a quest’ultima località che porterebbe “una nuova offerta per Courmayeur” e, se abbinata a Skyway, “vorrebbe dire offrire la possibilità di vedere il Monte Bianco dall’alto, da sud, da nord e da tutte le parti”, una visione “unica al mondo”.
L’opposizione all’attacco
Come in tutti i sogni, però, “bisogna capire se svegliarsi subito”, o se hanno chance di avverarsi. Nello specifico, “andare a cercare dei partners”, perché lo studio, sul punto economico, evidenzia una stima finanziaria attorno ai 150 milioni di euro. Dai banchi dell’opposizione di “Esprit Courmayeur”, Stefano Miserocchi ha dato battaglia da subito: “Son tanti gli iter autorizzativi necessari per costruire un impianto a fune. Qui bisogna sentire l’ufficio Sif, avere la valutazione Via, avere le valutazioni geologiche collegate a tutti i rischi, avere delle autorizzazioni urbanistiche. Venite qua a chiederci, ma bisogna avere la certezza che si possa fare. Sennò, non ce lo potete chiedere”.

Costi e impatto nel mirino
L’ex primo cittadino ha poi criticato i costi che comparivano nel business-plan prodotto dal CSC: “ho chiesto informalmente a dei tecnici e mi hanno detto che, per queste giornate e questi orari, sono sottostimati”. “Addirittura i costi dell’opera, di 155 milioni, – ha aggiunto – pur essendo già molto elevati di per sé, sono sottostimati, perché da qui a gennaio (mese di elaborazione del documento, ndr.) il mondo delle materie prime è molto cambiato”. Ancora, Miserocchi ha criticato il mancato coinvolgimento della popolazione locale, degli attori economici locali. “Come potete venire a chiederci una cosa del genere? Con Skyway ci avete parlato?” ha tuonato il consigliere. Per poi “affondare” sull’impatto ambientale: “Andate a fare un impianto in cima al Mont de la Saxe, che è un luogo incontanimato, uno dei posti più belli del Monte Bianco. Io lo voglio scritto che si possa fare una cosa del genere lassù”.
L’obiettivo è preservare le valli
Dalla maggioranza, dopo una breve replica del Sindaco, si è levata la voce di Iris Hélène Voyat, per osservare che vincolare il ragionamento all’aspetto tecnico dell’ipotesi, “rischia di non far progredire il concetto, quello di arrivare nelle valli con un sistema tecnico che, di per sé, è anche un’attrazione turistica”. Certo, “da una parte, sicuramente impattante, come Skyway, come altre opere, però inserito in un progetto più ampio, di preservare il più possibile le nostre valli”. E “per arrivare ad un obiettivo del genere dobbiamo comunque avere delle infrastrutture”.
La riformulazione condivisa
Quindi, la proposta di Miserocchi, a nome della minoranza, di riformulare la deliberazione proposta, non approvando studio e documenti (anche perché “non è un collegamento intervallivo, ma un sistema alternativo di trasporto pubblico”), ma procedendo ad un “concorso d’idee pubblico” per cercare la migliore proposta: “questo abbiamo sul tavolo, c’è qualcuno interessato? O fa proposte diverse, o fa proposte economicamente migliorative”. Con una breve sospensione, la mediazione scaturisce il nuovo impegno, affidato alla Giunta, con il termine per tornare all’assemblea. Voto unanime. Per sapere se Courmayeur si sveglierà dal sogno del “rope-taxi” bisognerà aspettare. Alla peggio, novembre.
