Cadde in una scarpata in moto, ritirata la querela: il processo non si farà

Imputato per lesioni colpose era il 47enne Luca Negrini, padre di un amico del 12enne che, il 23 ottobre 2021, finì in una scarpata in località Crétaz a La Thuile. La querela di parte è stata ritirata e, ai sensi della riforma Cartabia, il reato non è quindi procedibile.
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Cronaca

Si è concluso oggi, martedì 16 maggio, con il “non luogo a procedere” nei confronti dell’imputato, Luca Negrini, 47 anni, il processo scaturito dall’incidente di moto in cui, il 23 ottobre 2021, un allora 12enne si era ferito gravemente finendo in una scarpata a La Thuile. A giudizio per lesioni colpose era il padre di un amico del ragazzino, proprietario del motociclo, e l’esito dell’udienza odierna è conseguenza della remissione della querela di parte.

In assenza della stessa, alla luce della riforma Cartabia, non è possibile perseguire eventuali responsabilità penali ed è quindi stato lo stesso pubblico ministero Giovanni Roteglia, titolare del fascicolo, a invocare la chiusura del procedimento per estinzione del reato. Il giudice monocratico Marco Tornatore, dopo qualche istante di camera di consiglio, si è pronunciato in tal senso, ponendo a caso di Negrini le spese processuali.

Nella ricostruzione dei Carabinieri, che avevano curato le indagini, i due ragazzi avevano preso di nascosto una moto da trial per andare a fare un giro. In località Crétaz, lungo una strada poderale il 12enne aveva perso il controllo, uscendo dalla carreggiata e cadendo nel dirupo per circa un centinaio di metri, superando oltretutto un salto di rocce. Il ferito era stato ricoverato anche all’ospedale Gaslini di Genova, vista le condizioni caratterizzate da un serio trauma cranico.

L’accusa era legata alla prescrizione del codice della strada che impone ai possessori di mezzi di non consentirne la guida a chi non ha titoli per farlo. Per gli inquirenti, il 47enne indagato e poi citato a giudizio non aveva adottato le cautele del caso per custodire la moto del figlio, che poteva utilizzarla solo in gare da trial e non per circolare. L’imputato era difeso dall’avvocato Claudio Maione.

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