Aggressione a Courmayeur, ritirata la querela contro giovani di Casapound

Alla sbarra erano finiti, per lesioni, Alessandro Conti (26 anni) ed Alex Muratori (23) di Aosta. L’accordo raggiunto tra le parti include anche il versamento di 300 euro, da ognuno degli imputati, al giovane che li aveva denunciati.
Cronaca

Con il ritiro della querela da parte della vittima della presunta aggressione, si è chiuso il processo a due giovani al tempo vicini ai movimenti della destra radicale Casapound e Blocco Studentesco. Nella mattinata di oggi, martedì 21 gennaio, il giudice di pace Giuseppe De Filippo ha dichiarato l’estinzione del reato a loro contestato, le lesioni.

Alla sbarra erano finiti Alessandro Conti (26 anni) ed Alex Muratori (23), entrambi aostani. L’accordo raggiunto per la remissione include anche il versamento di 300 euro, da parte di ognuno degli imputati, al ragazzo che li aveva denunciati, all’epoca dei fatti quindicenne e componente dell’Assemblea studentesca valdostana, dell’area di sinistra.

L’episodio al centro del procedimento si era verificato nella notte tra il 27 e il 28 luglio 2015, a Courmayeur, durante la festa di San Pantaleone. In una nota, l’Assemblea aveva denunciato “calci, pugni e ginocchiate in faccia” al ragazzo, che sarebbe poi stato “raggiunto e aggredito da un altro militante” dei gruppi di destra, che “lo ha preso per il viso e l’ha strattonato intimidendolo”.

All’epoca, Casapound aveva respinto la tesi, parlando di un diverbio. “Troviamo ridicolo che un movimento che ha fatto della provocazione nei nostri confronti la sua arma principale – aveva scritto in un comunicato la formazione della tartaruga – ora denunci un’aggressione da parte nostra”.

In un’udienza nello scorso aprile, erano stati sentiti come testimoni tre ragazzi presenti quella sera in piazza Abbé Henry. Uno ricordava il suo amico “piegato in avanti”, che “cercava di difendersi”, da una persona “più grossa”. Altri due avevano detto di essere arrivati vicino alla parte lesa, quando questi era già al telefono per chiedere aiuto, e si era avvicinato “un altro ragazzo” che “lo toccava, lo spingeva e gli diceva qualcosa del tipo ‘smetti di telefonare’”. Nessuno, però, aveva riconosciuto ed identificato certamente i due imputati.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte