Hanno scelto due strade diverse, in occasione dell’udienza di convalida del fermo tenutasi stamattina in carcere a Brissogne, i due uomini arrestati dai Carabinieri lunedì scorso a Saint-Vincent, con l’accusa di aver estorto del denaro ad un impresario della cittadina termale.
Difeso dagli avvocati Pierfranco Bertolino e Pierlorenzo Tavella del foro di Torino, Bruno Antonio Sanzotta, muratore 63enne di Verrès, ha spiegato al Gip Davide Paladino che la somma chiesta costituiva, in realtà, la riscossione di un credito vantato nei confronti dell’imprenditore, per delle opere realizzate nel 2008 e che non gli erano mai state pagate. A questa dichiarazione, Sanzotta ha affiancato l’assicurazione di non essere mai arrivato a minacciare personalmente l’impresario. Attilio Pasquale, 51 anni, di Sanremo, invece, assistito dall’avvocato Federico Parini di Aosta, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato. Al termine dell’udienza, il giudice per le indagini preliminari ha concesso gli arresti domiciliari ai due arrestati.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti – i Carabinieri del Nucleo operativo di Chatillon/Saint-Vincent, coordinati dal publico ministero Luca Ceccanti – la cifra complessivamente pretesa dai presunti estorsori ammontava a 20mila euro. L’impresario, ricevuta la richiesta, si è rivolto ai militari, che gli hanno consegnato di assecondare i due, stabilendo un appuntamento per la consegna del denaro richiesto, così da poterli arrestare in flagranza di reato.
Lunedì mattina, appena un acconto di 700 euro è passato dalle mani dell’imprenditore ai due uomini, a Saint-Vincent, i Carabinieri, che hanno assistito alla consegna, sono prontamente intervenuti, traendo in arresto Sanzotta e Pasquale, che sono stati tradotti poco dopo nel carcere di Brissogne, in attesa dell’udienza di stamane.