Alpinista morta sul Cervino: disposto l’approfondimento diagnostico

Le ferite sul capo di Katsiaryna Klimanskaya, la 33enne bielorussa recuperata senza vita a 3.700 metri, non sono tali da averne causato il decesso. Il riscontro esterno del cadavere tuttavia non ha evidenziato le cause della morte.
Camera mortuaria Aosta
Cronaca

Per il medico legale che ha proceduto al riscontro esterno sul cadavere, le ferite sul volto di Katsiaryna Klimanskaya, la 33enne di Minsk (Bielorussia) recuperata senza vita sul Cervino nella mattinata di oggi, mercoledì 21 agosto, non sono tali da averne causato la morte. L’esame si è tuttavia concluso senza evidenziare precisamente le cause del decesso ed è stato così disposto un approfondimento diagnostico, previsto per domani ad Aosta, dove la salma è giunta nel pomeriggio dall’obitorio del Breuil.

Nel racconto reso alle “Fiamme gialle” della stazione Sagf di Cervinia, il compagno di scalata, un coetaneo ucraino, ha spiegato come – nel tratto dal rifugio Duca degli Abruzzi all’Oriondé, lasciato verso le 13.30, fino alla “Cheminée” – la donna non avesse manifestato difficoltà. Iniziata la salita delle corde attrezzate, circa alle 17, l’uomo si è reso conto che la giovane, giunta autonomamente a circa un terzo del segmento, manifestava enormi difficoltà a proseguire, perché si sentiva male. La ha quindi “issata” al termine della parete, sistemandosi su un “terrazzino” a circa 3.700 metri, un centinaio sotto la capanna Carrel.

Lì, la ragazza, dopo alcuni secondi in piedi, si è accasciata, senza altre reazioni. È ritenuto compatibile dal medico che le escoriazioni facciali derivino da quell’urto con il terreno. Il compagno si è recato alla capanna, trovandola vuota. Dice di aver chiesto aiuto con la radio all’interno, senza però ricevere risposta. Quindi ha chiamato i soccorsi attorno alle 23, spiegando la gravità della situazione. Le cattive condizioni meteo non hanno consentito, nemmeno all’elicottero di Air Zermatt, abilitato al volo notturno, di decollare e il recupero del corpo esanime è avvenuto stamane.

Klimanskaya era arrivata a Ginevra dalla Bielorussia in aereo, il giorno dopo ferragosto. Aveva quindi raggiunto il giovane, che si trovava a Chamonix con alcuni amici. Assieme erano giunti, sabato 17, in Valtournenche. Nei giorni successivi avevano percorso una via ferrata e salito il Breithorn, in preparazione del tentativo di ascesa alla “Gran Becca”, scattato appunto nel primo pomeriggio di ieri, martedì 20. I due indossavano il casco e risultavano equipaggiati in maniera adeguata.

Dall’insieme degli elementi raccolti dai finanzieri (che hanno già relazionato in proposito al pm in turno, Luca Ceccanti) – ed in particolare dalla repentinità della “crisi” notata dal compagno una volta impegnata la parete attrezzata – scaturisce, quale plausibile, l’ipotesi di un malore. Di più, sull’evoluzione tragica di un soggiorno alpinistico iniziato in maniera interessante, si dovrebbe capire domani, attraverso l’ulteriore accertamento medico.

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