Amianto nella colata detritica di Lillaz, due indagati

La Procura contesta al sindaco di Cogne Allera e al dirigente regionale Segor l’attività di gestione dei rifiuti non autorizzata, per aver stoccato i detriti lungo una strada comunale. Nominato un consulente del Pm.
Durante le colate sono caduti circa 10mila metri cubi di materiale (foto FB Comune di Cogne).
Cronaca

Attività di gestione dei rifiuti non autorizzata. È il reato che la Procura di Aosta ipotizza nell’“aver stoccato rifiuti detritici sul suolo comunale in assenza di autorizzazione”, a Cogne. La contestazione è avanzata nei confronti del sindaco Franco Allera e del dirigente della Struttura regionale assetto idrogeologico dei bacini montani, Valerio Segor. Il materiale finito all’attenzione degli inquirenti è quello della colata proveniente dallo sterile della miniera di Colonna che, dal 12 giugno 2018, aveva bloccato per una settimana la strada per la frazione Lillaz.

Le indagini sono iniziate dopo che l’Arpa Valle d’Aosta ha rilevato dell’amianto nei cumuli di terra riportati lungo l’arteria stradale. Al riguardo, il pm Eugenia Menichetti, titolare del fascicolo, ha incaricato oggi, giovedì 13 febbraio, l’ingegnere Maurizio Billo di procedere ad analisi finalizzate a “determinare la natura di rifiuto, o meno, del materiale” e, in caso positivo, “alla caratterizzazione dello stesso, quantificandone approssimativamente il volume”. Al professionista è richiesto, inoltre, “di accertare la presenza di amianto e/o altri componenti inquinanti per loro natura, o per livello di concentrazione”.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Federica Gilliavod (Allera) e Andrea Balducci (Segor) ed hanno nominato un consulente tecnico di parte. Le operazioni avranno inizio la prossima settimana, con l’esame della documentazione, per poi passare ai necessari prelievi e campionamenti di detriti. L’inchiesta è sorta quale stralcio dal fascicolo per disastro colposo aperto all’indomani dei fatti, di cui la Procura aveva chiesto, lo scorso maggio, l’archiviazione concludendo che l’evento franoso era riconducibile ad un insieme di concause tali da sfuggire al controllo, ed alla prevedibilità, degli amministratori che avrebbero potuto essere chiamati in causa per i fatti.

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