È chiusa l’inchiesta sull’incidente autonomo in cui lo scorso 3 agosto perse la vita l’86enne Dolores Liurni, di Terni. La donna viaggiava su un’auto, assieme alla figlia 62enne e al genero 66enne. A quest’ultimo, che era al volante, il pm Francesco Pizzato contesta il reato di omicidio stradale. L’uomo è difeso dall’avvocato aostano Oliviero Guichardaz.
L’incidente avvenne sulla Statale 26, in direzione di Aosta (la famiglia stava raggiungendo la Valle per un periodo di vacanza), all’altezza della “Mongiovetta”. Nella ricostruzione dei Carabinieri della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent, il conducente ha stretto la curva, finendo con le ruote laterali nel terrapieno della careggiata, che in quel tratto non è più larga di sei metri in totale (e, nel tardo pomeriggio, ora del sinistro, è illuminata dal sole in direzione opposta). Lo sterzo, a quel punto, non ha più risposto adeguatamente e la vettura ha urtato contro uno sperone di roccia, carambolando sulla carreggiata.
Fortunatamente, un mezzo che sopraggiungeva in senso opposto è riuscito a fermarsi prima dell’urto, dopo aver assistito alla scena. L’anziana occupava il sedile posteriore e i traumi riportati le sono stati fatali (il pm aveva disposto, all’apertura del fascicolo, l’esecuzione dell’autopsia). Il genero e la passeggera erano stati ricoverati a loro volta, a seguito dell’incidente, all’ospedale di Aosta.
L’addebito di omicidio stradale (pena da 2 a 7 anni) a chi era al volante affonda le radici nella contestata violazione degli articoli del Codice della strada per cui la guida deve avvenire in modo che “sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale” ed “il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo”. Il difensore dell’indagato sta valutando eventuali atti difensivi nel periodo che la legge mette a disposizione prima che il pm decida sulla richiesta di rinvio a giudizio.