Autorizzazioni alla discarica di Pompiod, assolta l’ex dirigente Mancuso

La sentenza è stata pronunciata dal Gup del Tribunale oggi, venerdì 15 gennaio. A richiedere l’assoluzione lo stesso pubblico ministero, a seguito della riforma dell’abuso d’ufficio, accusa mossa alla dirigente.
Ines Mancuso - Direzione Ambiente
Cronaca

L’ex dirigente regionale della Struttura attività estrattive, tutela delle acque e gestione rifiuti Ines Mancuso (60 anni, Aosta) è stata assolta oggi, venerdì 15 gennaio, dall’accusa di abuso d’ufficio, mossale a seguito dell’inchiesta sulla discarica di Pompiod (Aymavilles). A chiedere l’assoluzione al Gup, che ha sentenziato poco dopo, è stato lo stesso pm Luca Ceccanti, perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato, dopo che la norma sull’abuso d’ufficio è stata riformata nello scorso luglio.

Alla chiusura delle indagini, agli occhi della Procura l’imputata, nella sua veste di dirigente, aveva emanato provvedimenti autorizzativi per la discarica (due da lei sottoscritti nel 2010 e nel 2018, nonché una delibera della Giunta regionale del 2016, di cui aveva curato l’istruttoria) “in contrasto con i pareri tecnici formulati da Arpa Valle d’Aosta e in assenza di un interesse pubblico idoneo a giustificarli, carenti della necessaria imparzialità e volti a soddisfare meri interessi privatistici dei destinatari”.

Per effetto di quegli atti, nella tesi d’accusa, al sito di Aymavilles era diventato possibile conferire (prima del sequestro, disposto con l’esplodere delle indagini, nel novembre 2019) 128 tipologie di rifiuti, 19 delle quali in totale deroga alle concentrazioni previste dalle norme. Così operando, per gli inquirenti, l’allora dirigente aveva consentito alle società succedutesi nella gestione di Pompiod un “ingiusto vantaggio patrimoniale”, permettendo loro di “gestire, di fatto, una discarica per rifiuti speciali non pericolosi”, anziché di meri inerti, e di percepire “i conseguenti maggiori profitti”.

Nei confronti di Mancuso era stata ipotizzata inizialmente anche l’induzione indebita a dare o promettere utilità. L’addebito le era contestato in concorso con Antonio Romei, 64enne del lucchese, legale rappresentante della “Enval Srl”, società che dal 2020 gestisce la discarica di Brissogne. Nella ricostruzione della Procura, l’allora dirigente – abusando della sua qualifica – avrebbe spinto il titolare dell’azienda ad assumere due suoi conoscenti. Per quel filone dell’indagine, vi è però stata richiesta di archiviazione dopo l’interrogatorio cui la dirigente aveva chiesto di essere sottoposta nel luglio 2020.

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