Botte ad un 46enne all’Arco d’Augusto, condannati in due

20 Febbraio 2020

Due condanne hanno chiuso oggi, giovedì 20 febbraio, il ciclo processuale di primo grado sulle botte ricevute da un 46enne, il 14 maggio 2019, in piazza dell’Arco d’Augusto, nel capoluogo regionale. Il giudice monocratico Maurizio D’Abrusco ha inflitto 4 anni ed 8 mesi di carcere a Mohammed Rida Ryadi (33 anni) e 4 anni al fratello Imad Ryadi (28). Entrambi erano accusati di lesioni personali aggravate in concorso.

Le indagini erano state curate dalla Squadra Mobile della Questura e, partendo da immagini della videosorveglianza della zona (parte delle quali visionate in aula durante l’udienza di stamane), aveva preso corpo una ricostruzione dettagliata dell’episodio. In particolare, a Mohammed Rida veniva contestato di aver spinto e gettato a terra la vittima (residente ad Aosta, ma originaria della provincia di Varese), nonché di avergli spaccato una bottiglia in testa. Imad era imputato per aver preso a calci l’uomo su varie parti del corpo. I fatti erano avvenuti vicino ai chioschi nella parte pedonale della piazza.

Il pm Francesco Pizzato, nel parlare di “responsabilità acclarate sia dalle dichiarazioni della parte offesa, sia da ben quattro testimoni oculari”, aveva chiesto al giudice di condannare a 3 anni e 3 mesi per Imad Ryadi e a 4 anni il fratello Mohammed Rida. L’uomo picchiato si era costituito parte civile nel processo, attraverso l’avvocato Davide Meloni, che ha sottolineato come il suo cliente abbia riportato “una lesione permanente al pettorale e non può più lavorare con imbragature e usare strumenti come il martello pneumatico”.

Il difensore di entrambi gli imputati, l’avvocato Liala Todde, ha seguito strategie diverse. Relativamente a Imad Ryadi ha sostenuto la sua non precisa individuazione, anche nelle immagini dell’episodio (“l’aggressione avviene con attorno gli amici della parte civile” e “non è che si siano limitati a separare”), chiedendone l’assoluzione. Per Mohammed Rida Ryadi, che ha reso dichiarazioni spontanee in aula ammettendo sostanzialmente i fatti, ha ricondotto l’accaduto alla reazione a seguito di una provocazione, invocando le attenuanti e la pena minima.

Il giudice ha, in realtà, incrementato entrambe le richieste del pm. I due imputati sono stati poi condannati al pagamento, a favore del 46enne, di una provvisionale da 30mila euro. Lo scorso 27 gennaio, quale terzo partecipante al pestaggio, era comparso dinanzi al Gup Paladino Sami El Jouarani (26), finendo condannato con rito abbreviato a 2 anni e 4 mesi. Tutti e tre, nella mattinata di ieri, mercoledì 19, avevano patteggiato pene tra i 2 anni e 4 mesi ai 3 anni di carcere nel processo seguito all’operazione antidroga della Squadra Mobile “Quei bravi ragazzi 2”.

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