Casinò, l’ex au Frigerio a processo il 23 gennaio

Dopo il rinvio a giudizio stabilito dal Gup lo scorso 8 novembre. Si tratta dell’ultimo imputato del procedimento sui finanziamenti regionali, dopo l’assoluzione degli altri sette coinvolti nell’inchiesta coordinata dal pm Menichetti.
Luca Frigerio - ex Amministratore unico del Casinò de la Vallé Spa
Cronaca

Dopo il rinvio a giudizio stabilito dal Gup Paolo De Paola lo scorso 8 novembre, nell’occasione in cui ha pronunciato le assoluzioni per gli altri sette imputati (che avevano scelto il rito abbreviato), è stata fissata al 23 gennaio prossimo la prima udienza a carico di Luca Frigerio, che verrà processato dal Tribunale in composizione collegiale, per i finanziamenti regionali al Casinò di Saint-Vincent, di cui è stato amministratore unico.

Il 49enne lombardo è accusato di falso in bilancio e truffa aggravata, relativamente agli esercizi 2013 e 2014 della Casa da gioco, anni della sua gestione. Per il 2012, originariamente incluso nel capo d’imputazione del manager, il Gup con la sentenza novembrina ha dichiarato la prescrizione, quindi non si procederà.

Secondo l’accusa (le indagini erano state curate dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, coordinato dal pm Eugenia Menichetti), il vertice del Casinò (tra gli assolti del precedente procedimento vi sono anche i componenti del Collegio sindacale e l’amministratore unico succeduto a Frigerio, Lorenzo Sommo) avrebbe adottato bilanci in cui comparivano perdite “ridotte” rispetto alla loro reale entità, grazie all’iscrizione – secondo la Procura, senza titolo, da cui la contestazione di falso – di imposte anticipate.

Sulla base della rappresentazione della situazione economica del Casinò derivante da quei bilanci, l’Amministrazione regionale aveva deliberato (e questo era l’addebito mosso anche ai tre esponenti politici assolti, l’ex presidente della Giunta Augusto Rollandin e i già assessori con delega alla Casa da gioco Mauro Baccega ed Ego Perron) cinque finanziamenti, nel periodo dal 2012 al 2015, per un totale di quasi 140 milioni di euro. Fondi che, ritenendo il pubblico ministero falsi i documenti contabili, non avrebbero avuto titolo ad essere erogati e concretizzerebbero la truffa.

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