Sono stati sentiti nel pomeriggio di oggi, venerdì 14 dicembre, gli ultimi esponenti politici convocati dal pm Luca Ceccanti, in qualità di “persone informate sui fatti” nell’ambito degli accertamenti legati all’istanza fallimentare presentata dalla Procura sul “Casinò de la Vallée”.
Il primo ad arrivare a Palazzo di giustizia, poco prima delle 15, è stato l’oggi vicepresidente del Consiglio Valle, Augusto Rollandin. È rimasto negli uffici degli inquirenti (assieme al Sostituto procuratore erano nuovamente presenti i militari del Gruppo Aosta della Guardia di finanza) per non molto più di un quarto d’ora e, all’uscita, non ha rilasciato dichiarazioni ai cronisti.
Poco dopo è giunto l’assessore regionale Luigi Bertschy. Anche per lui, al termine della circa mezz’ora dal pubblico ministero, poche parole: “Ho tenuto a dare la possibilità di fare bene il proprio lavoro a chi è incaricato di farlo”. Sollecitato dai cronisti sulle domande cui aveva appena risposto (in particolare, sul fatto se avessero riguardato le procedure concorsuale e fallimentare della Casa da gioco), si è limitato ad osservare: “è quello che avete già scritto. Ne avete scritto tutto il giorno”.
In mattinata, negli uffici della Procura erano sfilati il presidente della Regione Antonio Fosson, l’assessore Albert Chatrian e il consigliere regionale Stefano Aggravi. Guardato nella sua completezza, corrisponde al gruppo di amministratori di piazza Deffeyes che – secondo alcune notizie giornalistiche – avrebbe partecipato, nei giorni immediatamente precedenti alla formazione della nuova maggioranza consiliare, ad una “riunione riservata” a Palazzo regionale. In quell’occasione sarebbe stata vagliata, per il risanamento della casa da gioco, l’ipotesi dell’amministrazione straordinaria prevista dalla legge “Prodi Bis”, in alternativa al concordato in continuità.
Una circostanza che, stamane, lasciando Palazzo di giustizia, il presidente Fosson ha raffigurato ai giornalisti come “un’audizione di un tecnico a cui hanno partecipato delle persone che io ho convocato, che avevano una competenza su questo”. Peraltro, dell’eventualità di una variazione del percorso di ristrutturazione aziendale intrapreso dalla governance della Casa da gioco (impegnata nella predisposizione del piano concordatario) era già stato chiesto all’amministratore unico Filippo Rolando, sentito l’altro ieri in via Ollietti, anch’egli come “informato sui fatti”. Il manager aveva ribadito al pm Ceccanti che tale volontà non era stata menzionata nella riunione tra lui e la maggioranza, tenutasi dopo i lavori del Consiglio regionale culminati nell’insediamento della nuova Giunta.
A conti fatti, incrociando le versioni fornite, la presunta “riunione carbonara” non sarebbe stata nulla più di un’esplorazione di scenari tecnico-amministrativi alternativi, di quelle di cui la politica si nutre, specie sui dossier importanti (come in fondo è nella sua natura), ma la Procura, alla luce delle iniziative assunte riguardo al Casinò, ha deciso di vederci chiaro. Per ora, nessun’altra convocazione è in programma.