Dai primi nove mesi del 2021 allo stesso periodo di quest’anno, i procedimenti penali per violenza sessuale sono praticamente raddoppiati (da 11 a 20) e quelli per maltrattamenti in famiglia aumentati del 40% (da 47 a 67). Stabili, ma in un numero comunque consistente, quelli per stalking (da 25 a 26).
L’incremento è rispecchiato anche dalle misure cautelari (arresti, divieti di avvicinamento, ecc…) chieste dalla Procura nei due periodi per i reati rientranti nel “Codice rosso” (tutti quelli che includono condotte violente e persecutorie): da gennaio a settembre 2021 furono una trentina, nei primi nove mesi dell’anno in corso si è raggiunta quota 55.
Numeri che hanno condotto l’ufficio inquirente diretto dal procuratore Paolo Fortuna a introdurre un “Protocollo investigativo e buone prassi per la polizia giudiziaria in materia di reati di violenza”. Un documento, che mira a garantire – come spiega nell’intervista il sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi – una “risposta unitaria da parte di tutti coloro che”, nel campo delle forze dell’ordine, “inizialmente intervengono sul Codice rosso”.
Il documento – rivolto ai diversi casi d’intervento a seguito della denuncia di una vittima, di un sopralluogo su chiamata della persona offesa o dei vicini, o d’iniziativa – introduce tra l’altro uno schema omogeneo di domande per gli operanti, formati in uno specifico incontro tenutosi all’inizio di settembre.
Il protocollo, in sostanza, è finalizzato ad una identificazione tempestiva e rapida dei fatti (se non si è andati oltre una discussione animata e, se ciò è accaduto, capire si tratti di un singolo episodio o di una continuità di condotte per cui ipotizzare, ad esempio, i maltrattamenti), per arrivare anzitutto a concretizzare l’obiettivo di maggiori tutele per la parte offesa.