L’ultima carta del castello accusatorio è caduta. Con una sentenza depositata nella serata di oggi, giovedì 16 novembre, la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi depositati da Gabriele Accornero e Gerardo Cuomo contro la condanna inflitta loro, lo scorso 2 marzo, dalla Corte d’Appello di Torino per traffico d’influenze. La formula è quella dell’annullamento senza rinvio, quindi gli 8 mesi di reclusione (all’ex consigliere delegato del Forte di Bard) e i 5 mesi e 10 giorni di reclusione (all’imprenditore alimentare) sono cancellati definitivamente.
Si chiude così, per entrambi, l’ultimo filone processuale ancora aperto tra quelli innescati dall’indagine nota come “Corruzione VdA”, iniziata nel 2017 e relativa a vari presunti episodi corruttivi nell’ambito di società partecipate regionali. Tra proscioglimenti e successive revisioni delle decisioni assunte nei vari gradi di giudizio, iniziati nel 2021 dinanzi al Gup del Tribunale di Aosta, nulla resta a carico dei due imputati.
“Ci sono voluti cinque gradi di giudizio, due annullamenti di Cassazione, sette anni di processo, – afferma il difensore dell’ex manager, Corrado Bellora – ma finalmente in una sentenza c’è scritto quello che noi sosteniamo da sempre e cioè che i nove capi d’imputazione nei confronti del dottor Accornero erano tutti infondati. Il dottor Accornero, oggi, è una persona incensurata. Purtroppo, tutto questo gli è costato sette anni di processi e la perdita del suo ruolo di dirigente Finaosta. Queste sono ferite che non si rimargineranno mai, ma almeno la sua onorabilità è restituita e c’è scritto in una sentenza che non ha commesso alcun reato”.
L’episodio cui faceva riferimento il capitolo processuale ancora aperto era relativo al pagamento, da parte del titolare del “Caseificio Valdostano”, della fattura di un artigiano che aveva svolto lavori a casa dell’ex manager del polo culturale della bassa Valle (dell’importo di circa 1.600 euro). Nell’impostazione accusatoria iniziale (ad indagare erano stati i Carabinieri del Nucleo Investigativo, coordinati dal pm Luca Ceccanti della Procura di Aosta), l’imprenditore aveva così recato un vantaggio al pubblico ufficiale (tale, in quanto manager di una società partecipata), che avrebbe conseguentemente “orientato” la sua azione a favore degli interessi del privato.
Su questo episodio, nel settembre 2021 Cuomo ed Accornero erano stati condannati ad un anno di reclusione dalla Corte d’Appello (pena sospesa), per corruzione per l’esercizio delle funzioni. La Cassazione aveva però annullato, nel luglio 2022, quella sentenza – ritenendola viziata dall’“assenza di una adeguata motivazione sulla verificata sussistenza di un nesso sinallagmatico tra l’utilità consistita nel pagamento della fattura” ed il “vantaggio che sarebbe stato promesso all’imprenditore Cuomo” – disponendo un rinvio, per il giudizio “bis” in secondo grado.
Quest’ultimo si è concluso lo scorso 2 marzo, con i giudici a derubricare il reato in traffico d’influenze e a decidere (non senza destare sorpresa, vista la richiesta di assoluzione “perché il fatto non sussiste” avanzata in quella discussione dal sostituto Procuratore generale, cioè dall’ufficio di accusa) per la colpevolezza di entrambi gli imputati, con la sentenza oggetto dell’udienza di stamane alla Suprema Corte.
In mattinata, durante la discussione, il Procuratore generale della Cassazione aveva invocato alla Corte l’annullamento della sentenza impugnata con rinvio a nuova sezione d’Appello. I difensori (Cuomo è rappresentato dal penalista Alessandro Argento) avevano chiesto, per parte loro, una cancellazione senza ritorno ad un ulteriore grado di giudizio (che avrebbe significato il sesto pronunciamento della magistratura per i due imputati).
Il processo “Corruzione VdA” si era aperto dinanzi al Gup del Tribunale di Aosta con sette imputati: cinque sono usciti di scena definitivamente nell’arco dei tre gradi di giudizio, che hanno visto successive riforme del verdetto iniziale (primo grado chiuso nel 2019, il secondo nel 2021 e la Cassazione l’anno scorso). Assolti o, come nel caso dell’ex presidente della Regione Augusto Rollandin, per effetto dell’intervenuta prescrizione sui fatti contestati. Restavano Cuomo e Accornero e, dopo un altro anno (e due ulteriori gradi di giudizio), la parola “fine” è arrivata anche per loro.
2 risposte
Chissà cone mai,in particolare nella nostra regione, ci sono delle vicende che, fin dal loro esordio si sa già come andranno a finire?
Mah.. se faccio i lavori a casa nessuno paga al posto mio.